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Aggiornato: 29 giugno 2025
Io la guardai, pieno di orrore e di pianto, mentre tutte le rose falciate le cadevano a' piedi. Poi guardai, pieno di odio, la Vita. Oh con che senso di velenoso disgusto sul mattino intesi il canto improvviso d'un gallo rompente nella chiara serenit
Causa sballata vociò Merelli facendo scricchiolare la sedia su cui stava seduto. Le donne sono tutte furbone, che pelano la gallina senza farla gridare. Ciò è tanto più meraviglioso aggiunse Toniolo che nel loro caso la gallina è un gallo.
Frattanto Paolino aveva fatto baldoria all'osteria di Castelletto. Comandò una piccola, mangiò allegramente accompagnando il pranzo con un litro fino e poscia giocò alle carte col proprietario. Era in vena, quel giorno; vinse e bevette il secondo litro a credenza. Quantunque sopra un muro della cucina si vedesse dipinto un gallo con le parole: quando questo gallo canter
Pareva di entrare nell’arca di Noè, c’era ogni sorta di volatili, oche, anitre, tacchini, galletti e galline, capponi dalla ricca coda di colori metallici, pollastre calzate e cappellute, e un gallo adulto, rosso nero ed azzurro, coi bargigli accesi, la cresta ritta, e due speroni da fare invidia a qualunque cavaliere.
Vedi un articolo di Ag. Gallo nell’Indagatore siciliano, a. I, v. I., fasc. I. Pal. 1834, e un altro di P. Lanza nelle Effemeridi scientifiche e letter., t. X, a. III, p. 345-46, Pal. 1834. Cfr. Caminneci, Brevi Cenni storici, ecc. Pal. 1884. ⁹² Villabianca, Diario ined., 1796, p. 282. ⁹³ Gemälde von Palermo, pp. 93-94. ⁹⁴ Galt, op. cit. Più espliciti i pubblici funzionarî.
Ma invece di sciorinarti una filza di nomi che presto dimenticheresti, mi limito a farti osservare il nostro gallo e la nostra gallina, i quali hanno abitudini terrestri. Vi dirò anche che vi sono uccelli che vivono nell'acqua o in prossimìt
Il principio era questo: Saverio, all’armi, all’armi, ecco rimbomba L’italo ciel degli oricalchi al suono; E l’empio Gallo al buon Fernando il trono Stolto minaccia, a tal che mugghia e romba¹⁹⁵. ¹⁹⁵ In Palermo, Adorno, MDCCXCVI. È nella raccolta del Principe di Trabia: Miscellanee diverse di Sicilia, v. 9 e 10; e nel Diario ined. del Villabianca, a. 1796.
Il canto veniva da un balcone poco discosto dal suo, anch'esso al terzo piano: aguzzò gli occhi, vide un'ombra bianca, era una donna che cantava una vecchia romanza del Tosti, poco nota, che è piuttosto un recitativo e che comincia così: Il gallo canta; e i sogni lieti o tristi Fuggon nel grande oblìo. Torna al mondo dei sogni, onde venisti, Larva dell'amor mio........
C'era di che soddisfare la fame rabida del cacciatore e da solleticare il palato d'un gastronomo sazio! Tutti aspettavano: ma si fanno le nove, e non giunge nessuno; suonano le dieci, nessuno; siamo alle undici, nessuno; scocca la mezzanotte, nessuno; canta il gallo, nessuno; albeggia, nessuno; spunta il sole, nessuno. E quel ch'è peggio, non un messo, un corriero, che recasse notizie.
Ecco don Liddu che viene a cercarvi disse il notaio. Il proprietario dell'Albergo del Gallo era andato alla Banca notarile per chiedere gli ordini pel desinare del suo avventore; e lo scrivano lo avea rimandato al Muraglione dove il forestiero doveva trovarsi col principale e col canonico per vedere i terreni. Che terreni? aveva domandato don Liddu.
Parola Del Giorno
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