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Aggiornato: 15 giugno 2025


72 La sua statura, acciò tu lo conosca, non è sei palmi, ed ha il capo ricciuto; le chiome ha nere, ed ha la pelle fosca; pallido il viso, oltre il dover barbuto; gli occhi gonfiati e guardatura losca; schiacciato il naso, e ne le ciglia irsuto: l'abito, acciò ch'io lo dipinga intero, è stretto e corto, e sembra di corriero.

Il Re, levando gli occhi al firmamento per un pensiero che spontaneo gli si suscitò in mente di ringraziare il Signore, vede la schiera di riscossa francese che stendendosi sul pendío della collina del Roseto dechinava al piano, e ordina al corriero: «Va, va, torna a Giordano, e digli che si guardi, perchè non abbiamo anche vinto

Macalda intanto, sol essa non isbigottita tra tanti suoi partigiani, sperando tuttavia volger sossopra ogni cosa, andata era in Messina: ma con tal audacia fe' rincrudire i governanti, i quali incontanente promulgan reo d'alto tradimento Alaimo; spoglianlo dei beni, e dispensanli a lor favoriti o partigiani; fan perir di mannaia a Girgenti il tredici gennaio Matteo Scaletta, fratel di Macalda, confessante, diceasi, congiura col cognato. Indi a diciannove febbraio incarcerarono nel castel di Messina la stessa Macalda co' figli; alla quale era nulla tal rea fortuna, che ilare e contegnosa passava il tempo a giocare col principe arabo e co' famigliari; e una volta, quando portossi l'ammiraglio a strapparle i titoli del feudo di Ficarra, essa, come nell'alto della possanza, il garrì: «Bel merto ne rende il padron tuo! Compagno, non re, il chiamammo; ed egli usurpa lo stato, e di soci fatti n'ha servi . Bene a noi sta; ma digli che non muterei questi miei ceppi il palco, col suo trono pien di misfattiSembra tuttavia che la sventura consumasse quest'animo che non potea domare; e che Macalda tosto morisse in prigione, perchè la storia null'altro ne dice di lei. Non andò guari che Alaimo co' nipoti Adenolfo di Mineo e Giovanni di Mazzarino, nel campo di Pietro in Catalogna fur sostenuti. Un corriero diceasi preso con lettere di Alaimo al re di Francia, piene di tradimenti: ch'ei domandava sicurt

Queste parole non suonarono intere dalla bocca del Re, che la passione nol consentiva; gli si nascosero le pupille sotto le ciglia tese, un colore livido gli coperse la fronte, gli si gonfiarono i muscoli, tutta la fisonomia ne rimase scontraffatta in guisa, che i circostanti abbrividirono di terrore; si fece velo al sembiante con ambe le mani, e meditato che ebbe alcun tempo, le rimosse mostrandosi tranquillo. Tranquillo! destava una sensazione simile a quella di colui che seduto sul lido del mare gode vedere il placido flutto leggermente commosso dalle danze del venticello vespertino, quando all'improvviso, trascorrendo con l'occhio innamorato, incontra legni sparsi e cadaveri, segno della sua ultima tempesta. Il corriero, che non aveva avuto più animo di muovere labbro, ricevuto espresso comando, riprendeva così: «La sera del giorno quarto di febbraio le nostre vedette tornando di tutta carriera, ci avvisavano stessimo all'erta, perchè cominciava a vedersi la vanguardia nemica: gi

Un corriero spedito dal Conte Lancia si presenta a Manfredi, e gli dice: «Messere lo Re, abbiamo vinto

FILIGENIO. V'offerisco la prontezza dell'animo. ALESSANDRO. Vi ringrazio di tanta cortesia. Iersera mi venne un corriero a posta da alcuni miei amici; e mi mandano un fascio di lettere, avisandomi con replicati ricordi l'importanza del negozio. Le lettere potrete vedere ad ogni vostro agio. FILIGENIO. Non mi curo altrimente; venghiamo al tronco.

Viceversa, se voglio misurar il moto d'una cosa, mi servo del tempo, e dico: la nave aver camminato tante miglia, perché si ha mosso col tal vento o con la tale velocitá, in tante ore, in tanti minuti. Quel corriero ha camminato tanto piú veloce di quell'altro, perché in tante ore ha fatto piú miglia. E se io non supponessi il moto eguale, non avrei la misura del tempo.

C'era di che soddisfare la fame rabida del cacciatore e da solleticare il palato d'un gastronomo sazio! Tutti aspettavano: ma si fanno le nove, e non giunge nessuno; suonano le dieci, nessuno; siamo alle undici, nessuno; scocca la mezzanotte, nessuno; canta il gallo, nessuno; albeggia, nessuno; spunta il sole, nessuno. E quel ch'è peggio, non un messo, un corriero, che recasse notizie.

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