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Aggiornato: 15 luglio 2025
Ne la sua pianta il verde eterno vive; vivono eterni i fior, vivono i frutti: nè muta vista per mutar stagione. Beato, eterno umor che liete e chiare fai le piante, le fronde, i frutti e i fiori; i' pur spengo di te mia lunga sete: e 'n te s'attuffan mie bramose labbra. O che veggio? O che intendo? Il cieco velo tolt'è da gli occhi miei: m'è fatto amico il sacro coro, amico il santo Apollo.
Era il preavviso della dichiarazione di guerra, e furono pochi quelli che non lo capirono. In Italia sopra tutto queste parole risvegliarono tutte le speranze alle forze sopite dal 49 in poi. I frutti delle alleanze di Crimea venivano a maturanza.
La fantasia e la mano di cento artisti e di cento artigiani erano state esaurite nelle multiformi decorazioni interne arrampicantisi su per gli angoli delle pareti, per gli stipiti delle aperture, fino alle volte, tempestando di rabeschi disordinati, di frutti e conchiglie sciupacchiate in mostriciattoli paurosi, il più piccolo spazio che rimanesse libero.
GERASTO. Ch'io vorrei essere il tuo orto, piantarti nel mio seno, zapparti ben bene, inaffiarti e farti produrre i piú bei frutti che nascessero giamai. Almeno fussi ape che andasse succhiando quel mele che sta dentro cosí bel fiore. Almeno potessi darli quel che li manca. ESSANDRO. Ne ho soverchio e m'avanza. GERASTO. Non dico quel che tu pensi. ESSANDRO. Né tu pensi quel che dico.
Nella quarta isola, che fu chiamata Isabella, Cristoforo Colombo trovò bei laghi d’acqua dolce, e frutti svariatissimi, e sciami di pappagalli «che oscuravano il sole»; molte lucertole, dei cani che non abbaiavano, niente spezierie, niente oro, ma molti indizi di una grande isola verso mezzogiorno, che i naturali dicevano ricca di ogni ben di Dio.
Andate subito a richiamare il mio cocchiere. Mando il vostro domestico che è in anticamera. Mancherebbe! Il mio domestico rimane. Ci mando il mio. Andate voi in persona. Non voglio che la vostra impertinenza vi frutti di prolungare un colloquio che è gi
E senza creder d’aver frutti omai, Sol di vedere il fior era il diletto, Nè ad altro che a quel gi
Non mi tentano i muri ove t’incarceri, nè la coltre che m’offri, ampia e purpurea; porto nel mio mantello un regal bene che in suoi forzieri il tuo signor non tiene. Vuoi tu goder di questo bene?... Lascia orzo e frumento nella madia, e l’olio nell’orcio, e il vino nelle coppe chiare, e i frutti all’orto, e il ceppo sull’alare.
Le manifestazioni più alte del culto si trovarono a Roma riunite, lo stesso anno in cui l'Esposizione mondiale di Parigi esibiva i frutti del lavoro e dell'ingegno del nostro secolo.
L’epoca seconda è la stagione dei frutti e dura dalla met
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