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Aggiornato: 19 maggio 2025
In quella valle, san Carlo trovò abbondare scolari del Vergerio e di Pietro Martire Vermiglio ed esservi (scriveva al cardinale Sabello) il nome di cattolici, non i costumi, né la credenza. V'avevano tenuto casa i novatori Frontano e Canossa. Poc'anzi v'era morto Lodovico Besozio, scolaro del Frontano migliore del maestro: era frequentissimo il contatto colla val di Reno, tutta gi
E vi si drizzò. Pisa in quel tempo era nel maggior suo fiore. Porto frequentissimo come (fatta ragione ai tempi) oggi sono Amsterdam e Londra, nel 1283 aveva armate fino centotrè galee per guerreggiare Genova, che gliene oppose centosette: vedeva a' suoi mercati accorrere Mori d'Africa, Normanni del Settentrione, Turchignoti di Levante; mandava i suoi legni verso le Indie orientali a caricarsi di spezie, che poi diffondava per tutta Europa, riportandone in cambio legnami, canapa, stoffe, denaro. Alle speculazioni congiungendo l'amore per le arti belle, innato nella patria nostra, dalle imbarbarite regioni dell'Asia i Pisani traevano marmi, colonne, sculture, di cui abbellivano la patria: di Palestina recarono terra per riempiere il loro cimitero, onde poter dormire in terra santa; attorno a quel cimitero, i ristoratori delle arti belle fabbricavano, scolpivano, dipingevano, più insignemente perchè l'originalit
[Nota 47: In altro canto: Sette fratelli come sette abeti. Anco dai Greci moderni l'uomo è paragonato spesso ad un albero alto e diritto, come sarebbe il cipresso. Una canzoncina nuziale albanese, raccolta da G. JUBANY (Trieste, 1871, p. 109), dice della sposa: Ha la statura come il cipresso. Nel Libro dei re di Firdusi questo paragone è frequentissimo. Homme grand comme un pin du dèsert, comme un sapin du marais. Vedi Kalevala, runo 48 (traduz. di L. L
Fra le cortigiane era frequentissimo l’amore lesbico. Questo amore che la Grecia non schiacciava col disdegno e che non era nemmeno punito col rigor delle leggi, nè cogli anatemi della religione. Le sonatrici di flauto cantavano, danzavano, facevano le mime, erano belle, ben fatte e compiacenti.
Nè era affatto vero, che Marzio avesse profferita la villana ingiuria contro Olimpio; tutt'altro: egli lo aveva con molta benevolenza chiarito come da più giorni fossero terminati i mille zecchini di parte sua, e come, parendogli urgente di levarsi entrambi dal regno, non poteva consentire ch'ei si lasciasse rubare per bische, o spendesse per taverne anche la moneta necessaria al viaggio; ma Olimpio mentiva scientemente, e fingeva un torto per farsi ragione: caso frequentissimo a succedere tra genti malvage; e, quello che sembra più strano, elleno stesse talora col credere alla propria bugìa arrovellano se non vengono satisfatte per ingiuria, che non hanno mai ricevuta.
Il cuore di Manfredo batteva frequentissimo e ineguale; i ginocchi gli tremavano a segno da non poterlo quasi sostenere; una pallidezza insolita gli copriva la fronte e le guancie. Se in quel momento gli si fosse voluto cavar sangue, forse non ne avrebbe data una goccia. La commozione era portata al punto che, accrescendola di qualche poco, poteva esser cagione di un funesto effetto.
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