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Aggiornato: 6 giugno 2025
La assoluta bellezza assomiglia a un prodigio, e, come ogni prodigio, ha una subita virtù di gettare nell'animo ammirato un certo terrore; sentimento che soltanto alcuni fortunati hanno provato: che è profondo, ma non è naturale, durevole.
Il cacciatore entrò nel mulino, seguendo il mugnaio, e il conte Gino non lo vide più ricomparire nella sala. Stava per finire la minestra, quando il mugnaio ritornò presso di lui. Ebbene, gli disse Gino, avete pensato alla cavalcatura e alla guida? Sissignore, rispose il mugnaio, e siamo abbastanza fortunati, perchè il signor Aminta ci pensa egli. Chi è il signor Aminta?
La ballerina ciarla, è allegra e guarda i fiori.... O fortunati coloro che si innamorano di una femminaccia che possono mantenere! Rammenta, rammenta, e spera, e spera, o fanciullo, e intanto diventi vecchio! Gli anni più belli, più ardenti, passeranno. Chi avrebbe detto a mio padre, quando comperava questi fogli di carta, che essi dovevano servire agli sfoghi dell'anima mia?
Vi fu mai altra vita che, al pari della sua, abbondasse di tanti contrasti? Di lui si può dire che fu tra gli infelici infelicissimo, tra i fortunati fortunatissimo».
La visione, che va a poco a poco acquistando caratteri d'evidenza, è interrotta sul meglio da un'esclamazione del signor Asdrubale, il quale si ricorda d'aver viscere di misericordia, come tutti i giocatori fortunati, e compone il volto, i modi e l'accento ad una tenerezza compassionevole.
ALBUMAZAR. Andate: che le stelle vi siano propizie e vi riempiano la casa d'influssi benigni, propizi e fortunati! PANDOLFO. Cricca, in somma l'astrologia è una grande arte: mira come subito in vedermi m'indovinò quanto mi stava nel cuore, e come intese quanto dicevi poco innanzi e lo burlavi e non gli volevi credere. Ecco ne hai patito la penitenza, e tristo te se non lo pregavo per la tua vita.
Fortunati, carta 107. Cfr. Archivio stor. sic. N. S., a. XV, p. 154. Palermo, 1900. Il processo fu reso di pubblica ragione a Roma, nella stamperia della Rev. Camera Apostolica, e tosto, a soddisfazione dei curiosi timorati, riprodotto in Palermo³⁵⁶. La Conversazione istruttiva ne dispensò per un buon mese ai suoi lettori.
Quando ritornano alle lontane loro case, dopo venti o trenta giorni di assenza, si reputano fortunati se portano un gruzzolo di lire 20!
L'Arte non perde affatto la sua naturale aristocrazia accostandosi ad esse; giacchè, non bisognerebbe mai dimenticarlo, l'aristocrazia dell'Arte è tutta riposta nella forma, cioè nella concezione e nello stile in una; ed è un'aristocrazia così elevata che pochi sono i fortunati capaci di raggiungerla.
Sentiamo; dissero tutti, raccogliendosi intorno al priore. Dei due novizi che abbiamo accettati a San Bruno. Così disse il priore, e si pentì subito di aver cominciato. Ma i due novizi erano stati meno fortunati del ramarro. Il sasso era gettato e non si tirava più indietro col desiderio. Oh diamine! esclamò il padre Atanasio. E come c'entra il sottoprefetto di Castelnuovo Bedonia?
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