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Più fortunati di Lorenzo Salvani, il quale non aveva altro sott'occhi che il carteggio rinchiuso nella cassettina d'ebano, noi sappiamo dagli atti della societ

»Io con quella ingenua furfanteria che mi conoscete «Padre! dicevo con voce melliflua. Gettate un po' più sottoriva. »Aggiungevo così lo scherno al delitto! »Povero padre! conosco oggi, quanto bene mi voleva quella santa creatura. Egli senza alterarsi dopo d'aver faticato invano per un un bel pezzo, mi disse: Vieni, saremo più fortunati domani

Sentiamo quest'altra! esclamò mastro Jacopo, ridendo. , riprese Spinello, perchè tutti i giovani d'Arezzo la conoscevano come la bellissima tra le belle. Ahimè, pensai, quanti non si augureranno di piacerle al pari di me! E quanti non avranno ragione a sperare di essere più fortunati! Temevo, e il soverchio della paura fa quello che mi diede le forze per muovere incontro a voi.

Si vuole che una nordica principessa, la quale a Milano si rese celebre per la sua avvenenza, pel suo spirito, per le sue profusioni, per molte belle doti di mente e di cuore, nel copioso elenco de' suoi amanti fortunati inscrivesse anche il Pacini. Sarebbe vano indagare quanto vi sia stato di vero in tale diceria; pure da essa ebbe origine quella specie di animosit

Più fortunati, i Lungarini scioglievan vele dalle galere, se le caricavano sulle spalle, le rappezzavano, attendendo a non men bassi servizi. E frattanto, quanti loro compagni di sorte non gemevano in tormenti!...

«I padri di queste infelici si reputano fortunati se al Natale di N. S. o alla Pasqua possono giungere a divider con la loro famiglia il piacere di assaggiare un po’ di carne. ²⁷⁸ Meli, Riflessioni, pp. 9-10.

Eh! via!... Non sono più l'adolescente che dava i pruriti del suo corpo snervato al voluttuoso abbraccio della sera, all'odore dell'incenso e delle ostie inzuccherate, quando il mese di Maria veniva a visitarci, nel parlatorio come una donna profumata, più bella che le sorelle dei miei amici!... Fortunati!

Bruto e Catone sulla terrazza pigliavano tabacco sorridendo. Sono essi? disse Catone nel vedere i due legati a non molta distanza. , sono essi: possiamo dirci fortunati; scena così bella chi sa se vedremo più mai? Io credo che Nerone e Caligola dall'alto dell'anfiteatro non abbian veduto così strano spettacolo. Allora erano le tigri che si slanciavano sopra i condannati, adesso la plebe.

E le critiche dei loro versi. E le loro risposte alle critiche dei loro versi. V'erano dei tempestosi poeti con barbe in punta; dei fortunati poeti coi baffi all'insù; dei cupi poeti non stampati; e dei poeti negligenti che si lavavano poco. Vi fu anche un poeta che portò via un soprabito dall'anticamera.

Oh! ma le tue facezie mi hanno fatto dimenticare un caso: sai tu che possiamo dirci proprio fortunati, fortunatissimi? indovina un po'? il bravo nostro collega Catone il censore è salito al posto di proconsole. Il popolo ce l'ha messo, e possiamo dire che siamo al punto beato di fare quello che ci piace.