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Aggiornato: 18 giugno 2025
Il procuratore generale del fisco tacque, e si ripose a sedere. Il presidente allora sì volse al banco della difesa: Parli l'avvocato difensore. L'avvocato Leoni si levò in piedi.
L'avvocato, giunto alla fine della sua orazione, dopo aver esaminato la causa in ogni suo lato e averla esaminata con tutto il calore della sua eloquenza, e la dirittura della sua logica, persuaso di aver luminosamente provato l'innocenza del suo cliente, così terminava: «Altri che l'inquisito fu il feritore. Questo diverso assassino vi è certo; ma il Fisco si scusa e dice di non vederlo. Vorr
«Gran trionfo mena il Fisco pel ritrovamento del pugnale insanguinato nello squallido e misero giaciglio del mio povero cliente. «Però, o signori, concedetemi pure che diviene sempre più singolare questo assassino, il quale, invece di gettare lontano da sè il materiale del delitto, lo raccoglie quasi con cura e se ne circonda!
Voi del re Carlo Magno e imperatore di cavalier di camera nel posto siete, e persona pubblica; io signore privato son: sicché tutto all'opposto. S'io v'ammazzo, vedete in qual errore di lesa maestade incorro tosto. Nessun mi può salvar dalla rovina del fisco e della morte repentina. Se voi mi trafiggete, io son privato: v'è assai piú facil rattoppar la cosa.
Continui... ma l'avverto di tenersi nei limiti. «Sì, la mia coscienza di galantuomo si ribella nel percorrere le carte, preparate nei silenzi della Cancelleria, quelle carte, su cui il Fisco fonda il suo spietato Vangelo! «Il Fisco vuole esclusa ogni relazione fra il delitto consumato la notte del 14 gennaio, e la stanza misteriosa, segnata di N. 5, che si apre nel Vicolo della Luna.
«Il Fisco vi ha raccontato, prestantissimi giudici, come si svolgesse, giusta i suoi criterii, la scena nefasta, che macchiò di sangue la notte del 14 gennaio il Vicolo della Luna e la Piazza Luna. «Di nuovo io ammiro la fervida fantasia dell'oratore, il suo immenso, sconfinato zelo per perseguitare il delitto.
Ma l'auditor Salti tornava nella Camera di Consiglio. La discussione pel quantitativo della pena fu breve; fu adottata la pena richiesta dal Fisco. Il presidente fu battuto anche in questo, non ostante che il suo voto nel genere minimo della pena fosse preponderante, se unito a quello di soli due auditori.
Fatto un passo, riconobbe il vecchio portinaio del palazzo che teneva un lampione, l'unico rimasto degli antichi abitatori di quel luogo, l'unico dei tanti servi che, una volta, popolavano quel palazzo. Questo, passato al fisco e vuoto da molto tempo, era stato dato in custodia a lui per ingiunzione del fisco stesso, e il vecchio servidore con rammarico vi rimaneva.
Il presidente fe' cenno di ritirarsi alle persone estranee alla deliberazione. Il relatore, il procuratore del fisco, il difensore, s'incamminarono in silenzio; anche gli uscieri varcarono la soglia, e chiusero le porte. I giudici rimasero soli col cancelliere, che doveva raccogliere e registrare i voti. Cosa strana, che rende manifesto la incomprensibile mescolanza degli umani affetti!
Che Nello avesse come una certa mania pei metalli non era stabilito da una testimonianza così cara al Fisco, e registrata in atti, quella della donna Lazzarini?
Parola Del Giorno
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