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Aggiornato: 14 luglio 2025
Non ha Fiorenza tanti Lapi e Bindi quante sì fatte favole per anno in pergamo si gridan quinci e quindi: sì che le pecorelle, che non sanno, tornan del pasco pasciute di vento, e non le scusa non veder lo danno. Non disse Cristo al suo primo convento: ‘Andate, e predicate al mondo ciance’; ma diede lor verace fondamento;
Da indi, sì come viene ad orecchia dolce armonia da organo, mi viene a vista il tempo che ti s’apparecchia. Qual si partio Ipolito d’Atene per la spietata e perfida noverca, tal di Fiorenza partir ti convene. Questo si vuole e questo gi
apri li orecchi al mio annunzio, e odi: Pistoia in pria d'i Neri si dimagra; poi Fiorenza rinova gente e modi. Tragge Marte vapor di Val di Magra ch'e` di torbidi nuvoli involuto; e con tempesta impetuosa e agra sovra Campo Picen fia combattuto; ond'ei repente spezzera` la nebbia, si` ch'ogne Bianco ne sara` feruto. E detto l'ho perche' doler ti debbia!>>. Inferno: Canto XXV
Fiorenza, intra l'altre cittá italiane piú nobile, secondo che l'antiche istorie e la comune opinione de' presenti pare che vogliano, ebbe inizio da' romani; la quale in processo di tempo aumentata, e di popolo e di chiari uomini piena, non solamente cittá, ma potente cominciò a ciascun circunstante ad apparere.
Oltre che, fuor delle sete, niuna cittá, eccetto Venezia, tiene bisogno o vive con cosa alcuna di Regno, e quella per maggior commoditá e non per necessitá; e la seta la maggior parte va in Genoa e Fiorenza, e in Roma e in Piacenza, che sono le due piazze principali del cambio, poca e nulla ve ne va.
Godi, Fiorenza, poi che se’ sì grande che per mare e per terra batti l’ali, e per lo ’nferno tuo nome si spande! Tra li ladron trovai cinque cotali tuoi cittadini onde mi ven vergogna, e tu in grande orranza non ne sali. Ma se presso al mattin del ver si sogna, tu sentirai, di qua da picciol tempo, di quel che Prato, non ch’altri, t’agogna.
Che' le citta` d'Italia tutte piene son di tiranni, e un Marcel diventa ogne villan che parteggiando viene. Fiorenza mia, ben puoi esser contenta di questa digression che non ti tocca, merce' del popol tuo che si argomenta. Molti han giustizia in cuore, e tardi scocca per non venir sanza consiglio a l'arco; ma il popol tuo l'ha in sommo de la bocca.
che' Guiglielmo Borsiere, il qual si duole con noi per poco e va la` coi compagni, assai ne cruccia con le sue parole>>. <<La gente nuova e i subiti guadagni orgoglio e dismisura han generata, Fiorenza, in te, si` che tu gia` ten piagni>>. Cosi` gridai con la faccia levata; e i tre, che cio` inteser per risposta, guardar l'un l'altro com'al ver si guata.
E che ciò sia vero, lo confessa esso nel scudo aereo di Fiorenza, nel quale dice che possea bassare il prezzo, apprezzandosi lire sette; e in tal caso dice che il Regno dovea tanto piú bassare il prezzo del cambio, come dopo non avesse possuto Fiorenza bassare di nuovo il prezzo del scudo.
apri li orecchi al mio annunzio, e odi: Pistoia in pria d'i Neri si dimagra; poi Fiorenza rinova gente e modi. Tragge Marte vapor di Val di Magra ch'e` di torbidi nuvoli involuto; e con tempesta impetuosa e agra sovra Campo Picen fia combattuto; ond'ei repente spezzera` la nebbia, si` ch'ogne Bianco ne sara` feruto. E detto l'ho perche' doler ti debbia!>>. Inferno: Canto XXV
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