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Aggiornato: 19 luglio 2025
Pochi minuti dopo, io risaliva la collina per recarmi al convento; il Birecchi passeggiava sotto le finestre dell'albergo, appannandole de' suoi sospiri. Risoluzioni ed espedienti. Il partito era preso. Non restavami che trovare i mezzi per seguire la bella Ascolana sul nuovo cammino ch'ella mi additava.
Dalle quattro finestre spalancate alla dolce frescura e al sole irrompeva nella stanza ora un inno di lieta giovinezza, ora una solenne sinfonia di vita nuova; suoni, rumori indistinti, voci umane, canti di uccelli, bagliori di luce, festa di colori, trepidare di foglie recenti, che dava apparenza di cose animate agli alberelli di bambù davanti a le finestre, contro il sole.
Se fosse stata in campagna, si sarebbe gittata sull'erba; ma si accorgeva invece di essere stretta fra due file di case, dalle finestre delle quali tratto tratto le apparivano volti di donne e di fanciulli.
Mi sono servito dell'esempio più difficile. Gli esempi facili sono con le finestre sopra o sotto o a fianco della mia. Il linguaggio dei detenuti è di una semplicit
Un mese dopo, quel giovine pensoso doveva cader ferito alla Villa Corsini, e non morire nemmeno sul campo di battaglia, ma sul letto di un ospedale, tra gli spasimi della gangrena, e le palle di cannone ch'entravano per le finestre a turbar l'agonia del Tirteo genovese.
Mostravano di qual sorta di gente fosse, il piazzale, l'atrio, il giardino che le fioriva da un lato; e più di tutto le finestre ampie e chiuse di vetriate, le quali sebbene fatte a riquadri strettissimi, costavano di quei tempi molto danaro.
Ero ancora lontano un quattro miglia da Sulzena e avrei detto di arrivarci in un salto. Giravo la gola di Fontanile e vedevo il villaggio rimpetto, un po' sotto a me, indorato dai raggi del sole che cadeva. Distinguevo i più minuti particolari, le siepi, le finestre, coi pannilini stesi, le pietre, le spire del fumo che usciva dai bassi comignoli.
Mio zio mi osservava e taceva, io dissimulava i miei pensieri, e si tirava avanti, egli per lasciarmi agio a riflettere ai miei casi, io aspettando nell'ansia dei timori e delle speranze il momento fatale che doveva decidere del mio avvenire. Finalmente una mattina essendomi alzato per tempo, vidi molte finestre aperte nel palazzo Brisnago.
Era un drappello di liberi cittadini, composto per la più parte di monelli e di beceri.... un nobile frammento d'Italia libera,. che inaugurava sotto le mie finestre quell'avventuroso sistema di liberalismo al quale io vo debitore di una epatite insanabile e di cento altri malanni. Si gridava a squarciagola: fuori i lumi!
L'alito di quella vita intima le soffiava in volto; finestre di case spianti le case di faccia; dalla soglia d'un negozio dov'erano appesi stoccafissi secchi, le parole e le bestemmie che al suo passaggio si tramutavano in madrigali grossolani; più l
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