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Aggiornato: 9 giugno 2025


Quindi li trasse per casali e ville, li lasciò fin a Damasco mai; e de le miglia mille volte mille tratti gli avrebbe con pene e con guai, fin ch'avesse trovato il suo fratello, per farne poi come piacesse a quello.

Nel giudizio del suo tempo, Ludovico democratizzò l'impero non solo, ma deprezzò la corona dei Cesari fino a farne un feudo del ruinato Campidoglio e della meschina repubblica di Roma. La sua azione che appare così acuta che potrebbe esser chiamata moderna, non era però l'espressione di una convinzione reale, ma di un sentimento passeggero, insolente ed altero. Questo primo Imperatore che ebbe la corona dalle mani del popolo, fu un uomo senza tenacia di volere e senza genio. Egli si disse, in presenza del Papa, peccatore pentito, e ad Avignone chiese umilmente l'assoluzione e l'incoronazione papale. Egli rese al pontefice la sua autorit

Non se ne vedeva la fine; lontano lontano lassù presso la Colonna di Giove, era uno scampanellare serrato, e man mano che venivano, trovando la strada fatta, andavano mugolando e fiutavano il rifugio. Quante ve n’erano ferme innanzi l’Ospizio? Il prete diceva un dugento a dir poco e ne dovevano giungere almeno altrettante. Che farne? Dove metterle?

Fu dopo vent’anni dalla morte di Eli che il popolo minacciato da una invasione dei Filistei, tutto tremante si rivolse a Samuele; il quale presa la direzione del Governo, certo nell’interesse della nazione, intendeva farne una dignit

E cosí consideri le pragmatiche nòve sopra la proibizione di spendere la moneta scarsa, quale dopo non si è esseguita secondo il suo tenore; e la pragmatica dell'apprezzo delle monete di Genoa, quale permette che si spendano, con essere forastiere, a carlini tredici e mezzo il scudo, pagandoli la manifattura di zecca e alcuna cosa di piú che non corre la moneta propria di Regno, contra l'instituto, ordine e procedere de tutti regni e prencipi, dimostrando penuria grande di denari, come esso dice, quando tratta di crescere la moneta forastiera, usando detto apprezzo e permissione di correre la moneta forastiera, per dare occasione, stante la causa predetta, di farne venire.

La madre di Mary, che aveva assistito alla conferenza, mi diceva che doveva essere stata scritta dall'autore durante la lunga traversata dell'Atlantico. A me è sembrata così interessante che, trattandosi anche di uno scritto inedito che è un vero documento storico, chiedo ai lettori il permesso di farne un sunto, citandone testualmente qualche brano.

PANIMBOLO. Io non ho mai fatto cosa in vostro servigio che non avesse avuto desio di farne altro tanto. DON FLAMINIO. Io ho voluto rammemorargli e ringraziarti, acciò conoschi con che memoria gli serbo e che voglia ho di remeritargli.

Così, senza volerlo, abbiamo passati in rassegna i commensali del duca. Era, come si vede, un'assai ristretta brigata. Le più ristrette, ogni persona di garbo può farne testimonianza, sono anche le più liete. Eppure, quello non era stato un gaio banchetto; il pensiero della vicina partenza di Aloise e del duca di Feira, non era tale per verit

Quello che vorrò farne della mia vita? ripetè Enrico -ma credo che farò anch'io più meno di quello che fanno tutti gli altri. Gli altri, gli altri! sclamò il tutore con una smorfia chi sarebbero secondo te questi altri?

Era un legato segreto affidato a lui dalla buon'anima della gnora Grazia, non bisognava farne parola per via del marito che avrebbe potuto reclamare.... lo sapevano che spilorcio era.... E se ne partì accompagnato dalle benedizioni di quei poveretti che spogliava così indegnamente! Ci ho rimesse vent'onze.... borbottava per via.

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