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Aggiornato: 4 luglio 2025


È andata a Milano per parlare col ragioniere Vigliani, e per provarsi dei vestiti si era affrettata a rispondere Evelina. Ha detto che tornava stasera, e se i vestiti non erano pronti, domattina. Voleva salutarla, ma il signor duca dormiva.... Non dormo sempre.... dormo meno di quanto si crede.... borbottò il Casalbara.

Lei.... Pietro Laner sdegnava di dare a Nora il titolo di duchessa e arrossiva di chiamarla come una volta lei gioca al biliardo con Sua Eccellenza e con monsignor Meneguzzi. Il Laner soffriva: Evelina se ne accorse, ma non se ne accorò.

Aveva paura delle imprudenze di Nora, di tutto ciò che Evelina avrebbe fatto per vendicarsi, della collera terribile del duca. Ma quando, coll'immaginazione, si trovò faccia a faccia dinanzi al duca, allora si fermò, si calmò, scemarono le ansie e i rimorsi. Oh, infine!... Dente per dente, signor duca! Nora era la mia fidanzata! Era la mia sposa!

Matteo Cantasirena continuava intanto a tempestare Evelina e il dottor Foresti di lettere e di telegrammi; la preoccupazione più grave, più angosciosa del Segretario Generale era sempre la stessa: era che il Presidente scoprisse la "gazzarra indecente" che dilagava contro di lui, contro la Cisalpina.

Nora "voleva" essere felice. Voleva essere felice ad onta del marito vecchio, voleva esser felice sebbene Pietro Laner avesse sposato Evelina. Voleva esser felice perchè intimamente sentiva di non esser contenta, soddisfatta: e in fine, voleva esser felice per consolare stessa con quell'inganno e far soffrire, colla propria felicit

Sarebbe stato più umile. E soltanto per Nora, per farle migliore impressione, caso mai rincontrasse, le aveva sacrificato anche quegli occhialacci colle suste, che le erano tanto antipatici.... E faceva la posta alla Gioconda. Per ciò, quando gli giunse la lettera di Evelina, il povero ragazzo, che non era ancora diventato matto pel dolore, quasi lo diventava per la gioia.

Gioconda! Gioconda! strillò Evelina tutta tremante. Ma invece della Gioconda, si presentò di colpo Matteo Cantasirena. Voi qui? In casa mia? Che volete? L'esaltazione del Laner era arrivata a un punto tale che più nulla poteva frenarlo. Da lei, intanto, voglio essere pagato!... Cogli altri la discorreremo!

Pietro dormì benissimo, placidamente tutta la notte. La mattina, appena svegliato, cercò subito cogli occhi Evelina, ma non c'era, non era ancora venuta. Entrò invece la padrona ad aprir la finestra, a portargli il brodo col pane affettato; ma la padrona lo infastidiva col suo continuo girare, col suo continuo parlare. Eppoi non aveva il garbo di Evelina.

Evelina, perciò, doveva pensar lei, a sopprimere i giornali, a rispondere alle lettere, ai telegrammi. Doveva pensar lei alla casa e al duca; Nora le aveva affidate tutte le chiavi, e perchè le avesse sempre pronte con , le aveva regalato anche la sua magnifica borsetta, quella colla cerniera e la catenella d'oro.... e le aveva regalato anche la cintura d'argento russo da tenerla appesa.... e anche della tela, molta tela in pezza, la magnifica tela di casa Casalbara, che Evelina aveva gi

Egli rimase muto un istante, guardandosi attorno come smarrito, come invocando un conforto, poi a un tratto esclamò con grande dolore e insieme con grande espansione: Ah, Brunetti, Brunetti mio! Non sapete la disgrazia? Evelina, Evelina! Sai chi è morto? Tutti, meno Evelina, rimasero sorpresi, guardando il Direttore. Chi era morto?

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