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Aggiornato: 4 luglio 2025
Soltanto a Don Giuseppe, Evelina aveva detta tutta la verit
Evelina alzò ancora gli occhi lucenti in viso al giovanotto, ma fissandolo questa volta con una grande espressione di tenerezza e d'inquietudine, come una mammina che tremi per il figliuolo troppo buono e troppo illuso. Perchè mi guarda così? domandò l'altro vivamente. Io, signor Laner? No, niente. Sono io tanto.... tanto infelice!
Appena si può farlo scendere, lo si pone in carrozza, e il signor direttore col portinaio lo conducono a casa. Andrò io, invece del portinaio, soggiunse Evelina. Pietro aprì gli occhi, ma non capiva più niente, non sapeva più niente, non aveva forza di camminare, di muoversi. Una carrozza, dopo qualche momento, si fermò dinanzi alla porta. Ecco il brum!... esclamò Matteo entrando nello studio.
Evelina rimase alla finestra finchè potè seguirla coll'occhio; poi richiuse i vetri, e quietamente tornò a sedersi al solito posto. Che cosa spera quella matta?... Ricominciò a scrivere, ma continuando a pensare a Nora e ai due che le tenevano dietro. Che cosa spera quella matta?...
Che trionfo per il Laner... e per quel mostro di Evelina!... Si fermò, ancora sospirando, sul ripiano del grande scalone di marmo, dal morbido tappeto, colle pareti a specchi, a stucchi dorati, coi fiori olezzanti nei vasi enormi!... Tutto le pareva ancor più bello, più ricco, più grande! Che dolore! Che dolore! E che desiderio, che brama di tutto conservare!
Guardò nel corridoio se Evelina stesse a spiare, chiuse l'uscio, si sdraiò nella poltrona più comoda, e colla mano indicò a Nora di sedersi sopra un'altra piccola poltroncina accanto alla finestra. Sentiamo. Nora gli disse in due parole della domanda formale di matrimonio e come lei avesse finito per accettare. Ci sono per altro, due condizioni. Quali?
Dopo, durante tutto quel giorno, Evelina dimostrò una timidezza pudibonda, una selvatichezza quasi sospettosa. Non si appoggiava, non si chinava più sul letto, non assettava, non gli accomodava più le coperto.... Quando il Laner la chiamava, essa trasaliva, e si avvicinava appena di qualche passo, arrossendo, ma tenendosi sempre discosta, silenziosa....
Raccontami tutto; tutto quanto, tutto quello che sai! Evelina non aveva molto da raccontare, perchè poco ne sapeva, e anche a quel poco, era arrivata per induzione. La Nora era sospettosa, e stava in guardia. Temeva forse che le volesse fare la spia con Pietro Laner! Matteo Cantasirena la interruppe: Dunque? Dunque? Cos'hai potuto sapere?
Ma era una buona giornata, ed ebbe un nuovo lampo di genio: Evelina! E corse sull'uscio a chiamarla. In quali rapporti sei con Pietro Laner? Evelina fissò lo zio attentamente. Non so.... Come prima. Non ti ha più scritto? Non ha più cercato di vederti? No. Bell'asino! Ma subito Cantasirena tornò a calmarsi, e prese la mano di Evelina, stringendola con effusione.
Evelina entrò in camera, bene assettata, ben pettinata, il fazzolettino azzurro sulle spalle e la testolina dolcemente inclinata da una parte. Si avvicinò al letto premurosa, ma senza fare il minimo rumore, e subito, delicatamente, accomodò i cuscini sotto la testa del malato, rimboccò le lenzuola, stirò con garbo la coperta. Si sente benino? Lo so. Me lo aveva detto il dottore.
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