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Maddalena ed Elisa, quelle due esemplari, e misere fanciulle, avevano vissuto del loro lavoro, nel tempo di assenza dei fratello, che fu di circa un mese. Sempre melanconiche e trepidanti sulla sorte del loro Alfredo, del quale non avevano notizie, in causa dei luoghi foresti ove avea viaggiato, quantunque un vigliettino l'avesse fatto, che andò smarrito forse, o forse sequestrato. La corrispondenza epistolare, soffre anch'essa, a norma dei tempi, le sue eccezioni. Perciò in certune eventualit

Quel giorno cercai tutti i modi di distrarmi: e non potevano a tal uopo giovarmi i discorsi di Mansueta. Scrissi prima di sera un mucchio considerevole di lettere; scrissi a della gente che sicuramente non ha mai potuto indovinare il vero motivo di quel mio insolito zelo epistolare. Poi dopo cena fui felice d'aver qualcosa da ingannare la solitudine. Uscii per ispedire la mia corrispondenza.

La lettera, pubblicata in Marsiglia, entrò in Italia in piccolo numero d'esemplari indirizzati, dacchè io non aveva allora altri modi, in via epistolare e per posta a uomini ch'io non conosceva se non di nome, in diverse citt

Fino al n. 36, corrispondente al 7 aprile 1795, il Giorn. di Sicilia continuava apprestando volta per volta articoli quasi sempre senza titoli, spesso in forma epistolare, di letteratura, di archeologia, di agricoltura, di argomento siciliano o con applicazioni alla Sicilia, e di chirurgia ed astronomia. Questi articoli erano la maggior parte anonimi e della brevit

Queste parole appassionate e funeste, alla povera Lauretta passarono il cuore. Ella stessa non sapeva darsi ragione dell’assoluto silenzio del suo cugino. Conosceva omai a fondo il cuore di Cino, quel suo cuore amoroso, non smentito mai per tutta la vita, e d’un amore tutto dato a Selvaggia, per non dover dubitare, che dopo anche l’ultime prove d’affetto, e le promesse fattele in quello stesso castello, non avesse a ricordarsi per lettere di quella sua donna, di quella famiglia, di lei stessa. Ma e che per questo? Non poteva averlo incolto qualche sventura? Questo era il più triste de’ suoi presagi, e faceva ogni sforzo per cacciarlo da . Potevano le sue lettere essere andate perdute. Difficile, è vero, era la corrispondenza epistolare in que’ tempi; per le pessime strade, pe’ pericoli delle aggressioni, e per tanti ostacoli, dipendenti dai costumi, dalle leggi e da un insieme di cose, che impedivano il rapido progresso materiale e morale: ostacoli di tal sorta, da mostrare anche in questo la gran differenza che passa da quell’et

Io non sono un donnaiuolo, non intrattengo corrispondenza epistolare con le ammiratrici del mio nobile ingegno, non eccito gli scambii spirituali con le letterate. Quella calligrafia donnesca mi sorprese, dunque, e m'intricò. Apersi la busta, guardai in fondo alla breve letterina e vi lessi con meraviglia non poca la firma del mio amico Totò! per , non ricordando la sua triste infermit

Appena si destò la fiamma sul camminetto, dalla porta opposta a quella, per la quale usciva il servitore, videsi entrar la contessa Cunegonda. Andò a sedere a una tavola di legno nero sottilmente intarsiata d'avorio, ov'ella soleva occuparsi della sua epistolare corrispondenza.

Nella scrivania vecchie scatolette di cartone contenevano la corrispondenza epistolare della defunta; c'era anche un portafogli pieno di valori italiani e francesi e qualche migliaio di lire in monete d'oro e d'argento.

Questo pei residenti nella Capitale; ma quando gli amici eran lontani, forma e formola cangiavano: lo stampino minuscolo diventava un foglio grande di carta, e la dicitura epigrafica passava in epistolare. In proposito incontriamo una lettera stampata della Principessa di Cutò in Napoli alle sue nobili amiche in Palermo: Eccellenza.

Taci! C'è raffinatezza più diabolica di quella di romperti violentemente la comunicazione epistolare con tutto il mondo che hai conosciuto, che conosci, che ti ama e continua a volerti bene, anche dopo la condanna dei tribunali di guerra?