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Ma, percioché, come che impunite ci paiono le mal fatte cose, quelle non solamente dobbiamo fuggire, ma ancora, bene operando, d'amendarle ingegnarci; conoscendo io me essere di quella medesima cittá, avvegnaché picciola parte, della quale, considerati li meriti, la nobiltá e la vertú, Dante Alighieri fu grandissima, e per questo, come ciascun altro cittadino, a' suoi onori sia in solido obbligato; comeché io a tanta cosa non sia sofficiente, nondimeno secondo la mia picciola facultá, quello ch'essa dovea verso lui magnificamente fare, non avendolo fatto, m'ingegnerò di far io; non con istatua o con egregia sepoltura, delle quali è oggi appo noi spenta l'usanza, basterebbono a ciò le mie forze, ma con lettere povere a tanta impresa.

Signor Conte...ed io pure sono madre e sposa infelicissima, sfogatevi...noi piangeremo segretamente insieme... Egregia donna! Mia buona figliuola!

Non abbiam modo di vedere se la egregia Marchesa fosse, come pare, vedova e, come supponiamo, madre di quel giovane che in Roma incontrò la famosa avventura di strappare dalle unghie della gendarmeria pontificia l’amico suo Cannella; ma se era la madre, essa deve aver presa molta cura dell’ardito e sventurato abate, quando egli potè impunemente ritornare a Palermo.

Ma quantunque io senta che dei tanti benefizii, di cui mi avete colma, non sarò per potermene sdebitare giammai, pure vi supplico a degnarvi d'aggiungerne un altro ed è: di compiacervi a raffermare quel famiglio, che voi avete licenziato per colpa mia... Egregia donna!

Io non feci nulla, altro che male. A voi, egregia donna, tutto il merito... Voi siete una santa: viva la vostra faccia. Se la mia domanda non fosse indiscreta, ci sarebbe da sapere perchè vi mostraste travestita da uomo in quella maledetta notte? Perchè vi metteste a quel disperato cimento?

Quest'ultimo, lo si ritiene il più santo e durevole, perocchè a forza di stentare nel manifestarlo, non finisce più. Don Barnaba Così, quella egregia creatura del fu Sig. Alfredo, colla sua pittura e colla sua poesia, è morto, non vorrei, quale un ateo.

Questo fatto ho letto narrato nella Storia di Venezia del DARU, che riporta eziandio le affettuose, e forti suppliche di questa egregia moglie in pro del marito, caduto in disgrazia della Corte di Spagna.

E lo ripetè più volte; ma Giacomo fugge in balìa della feroce passione che lo trasporta. Allora nella egregia donna l'amore vinse ogni risentimento, e, gittatasi addosso una mantiglia, proruppe fuori di casa in traccia del suo consorte. Ella aveva percorso diverse strade, quando tra per la fatica, tra per lo affanno sentendosi venire manco la lena, le fu forza sostare, e assidersi sopra il muricciòlo di un palazzo. Guardandosi poi attentamente dintorno conosce cotesta essere la dimora di monsignore Guido Guerra: levò gli occhi in su, e vide lume. Sapendo cotesto prelato familiare di casa Cènci, e di Giacomo intrinsecissimo, parve a lei che la Provvidenza l'avesse quasi per mano condotta col

E, tornato alla casa nella quale Dante era prima abitato, secondo il ravignano costume, esso medesimo, a commendazione dell'alta scienzia e della vertú del defunto, e a consolazione de' suoi amici, li quali egli avea in amarissima vita lasciati, fece un ornato e lungo sermone; disposto, se lo stato e la vita fossero durati, di egregia sepoltura onorarlo, che, se mai alcuno altro suo merito non l'avesse memorevole renduto a' futuri, quella l'avrebbe fatto.

Se lui per la egregia indole dei ragazzi predicano beato, egli esclama: "Li tolsi per bastoni della vecchiaia; se mi staranno in mano o mi cadranno sopra le spalle, vedremo poi." Insomma egli è un cervello balzano, ha il capo pieno di girandole, abbaca sempre co' suoi ghiribizzi, e parla per via di parabole con motti arguti, e mordente che fa proprio gusto a sentirlo.