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Vi ricordate il dono che avete fatto a un povero poeta? Vi ricordate come la vostra mano, sguantata, fosse più flessuosa e confidente e olezzante di muschio?

Che dal riconoscimento della piazza fato dal Vaillant ne uscisse danno irreparabile non credo, tuttavia importa notare, ch'egli ci entrò sotto mentite spoglie di medico quando l'Oudinot, pei consigli del Lesseps mandava in dono ai Romani un carro pei feriti. Così tutto o buono, o reo dei francesi doveva cascarci addosso pernicioso, la generosit

Erano nati venti pulcini da ventidue uova, uno s'era rotto, l'altro non si sapeva perchè si fosse ostinato a restare nel guscio. Un giorno poi la nonna aveva mandato in dono alla sua mimma un bel dente di cinghiale guarnito in argento, con una campanellina, da appendere al collo, e quello fu un vero avvenimento.

38 Quel donò gi

La signora Szeleny vide il gioiello, ne rimase grandemente ammirata e lo fece anche vedere a Maria, che promise ad Ariberti di ritrattare la sua frase di Moncalieri, al secondo presente d'uguale valore che egli avrebbe fatto a Giselda. Ma questa le diede sulla voce, anzi non accettò il dono del giovane, e non ci fu verso di farglielo tenere.

E volgendosi a me: Bisogna che fissiamo oramai il giorno del battesimo. Il dottor Jemma, cavaliere del Sacro Sepolcro di Gerusalemme, un bel vecchio gioviale, portò a Giuliana in dono matutino un mazzo di crisantemi bianchi. Oh, i fiori che io prediligo! disse Giuliana. Grazie.

Poi, rientrato, spolverò alla meglio i suoi libri, se li recò sotto 'l braccio, salí le scale e li depose sullo scrittoio. Il susseguente, l'amico nostro riandò i vari frontispizi, e gli nacque il pensiero gentile di dividere con alcuni suoi vicini la sapienza comperata. Studiò di proporzionare il dono ai bisogni di ciascheduno di essi: voleva anche in tale inezia essere utile al prossimo.

Di più si racconta quanto appresso: un soldato prese in tempo di guerra un figlio di un signore Usbech, uno dei maggiori nemici di questo re, il quale è di tanto seguito nei confini di Corassan, che il re è forzato di dargli quaranta tomani all'anno, che fanno ottomila ducati, acciocchè non dia molestia alle carovane che vengono dalle Indie: e volendo un altro soldato donare al predetto soldato per causa di tal prigionia, un villaggio e mille ducati, che glielo desse, esso volle presentarlo al re pensando di aver maggior premio; ma egli non gli donò altro che un cavallo in ricompensa di così gran prigione.

In ricompensa di questi servigi il barone gli regalava di tanto in tanto sotto forma di gratificazione un pezzo di venti lire in oro col patto che non dicesse nulla a Ersilia, che avrebbe voluto tenere il vecchietto goloso e dissipatello più a stecchetto; ma anche questa piccola frode rendeva il regaluccio più saporito tanto a chi dava quanto a chi riceveva. Il pezzo d'oro barattato secondo il corso del cambio fruttava un altro piccolo guadagno, che aggiungeva al piacere del dono il gusto più squisito della speculazione. I cinquanta, i sessanta, i sessantacinque centesimi che a seconda dell'aggio il vecchietto guadagnava, gli erano quasi più gustosi che non le venti lire del suo pezzo d'oro: e non minore era la sua felicit

Provvide quindi come bramava si compartissero le sue cose, e fattasi venire una sua spada assai bella, dono del suo Generale al ritorno d'Egitto, la baciò e porgendola al Colonnello: Eccovi l'arme onorata che m'acquistò il mio coraggio: questa era la sola eredit