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Aggiornato: 31 maggio 2025
Tu non comprendi, mi disse scherzosa; pure questo è giorno di festa per noi. Mi era passato di mente era il quarto anniversario del nostro matrimonio. Triste anniversario! Mi comprese, e come a rispondere ai miei pensieri. Sta in noi che questo giorno sia festoso. Vedi io ti avevo preparato un regaluccio; ma non ho potuto finirlo di mia mano.
Non sono per te, buon amico. Quando io sarò partito, fa di recarti al convento e di presentare cotesto regaluccio a frate Domenico in segno della mia riconoscienza; e siccome quel buon religioso rifiuter
E quelle prime letterine tra il sentimentale e lo scherzoso, mezzo in francese, mezzo in italiano; scritte per lo più per ringraziare di qualche regaluccio, finivano sempre con una stretta di mano, coi saluti pel signor Daniele. «Bien des compliments a quel caro simpaticone,
Dico che non mi par vero di togliermi subito domattina il pensiero dei debiti. Erano debiti di nozze! guarda, eccoli estinti. E accennò alla moglie i mucchietti di conti disposti in fila. Sai? ora mi sento perfettamente contento. Vuoi un regaluccio da me? Perchè no? disse Paolina ridendo. Se ti regalassi cinquanta lire?... cento lire? centocinquanta?... Oh, oh, sali ancora!...
E vedete un po' come entrasse la gratitudine nel cuore di un egoista! Egli era tornato, in un suo discorso con Aloise, sull'argomento dei quattrini, esortando il nipote ad accettare qualche regaluccio.
Commosso e riconoscente, non sapevo in qual modo dimostrarle la mia gratitudine. Essa aveva apparecchiato il nido al povero esule, s'era studiata di rendergli meno squallida la vita solitaria. Come una buona sorella aveva prodigate le cure più affettuose nell'allestimento d'ogni stanza, usando gli accorgimenti più delicati, le previsioni più sottili. Io andava pensando a qualche regaluccio che le provasse la mia piena soddisfazione, ma mi trovavo nell'impossibilit
Oh, carino!... carino!... esclamò Lalla molto contenta del regaluccio, e gli andò così vicina, nel ringraziarlo, ch'egli potè toccarle colla bocca un ricciolo di capelli.
Infatti voleva dire così; il suo cuore amoroso aveva indovinato. Appunto per quella sua rustichezza affettuosa e bonacciona, l'Amalia dava nel genio a tutti i nostri parenti ed amici, che coglievano volentieri l'occasione di farle qualche regaluccio, di darle delle mancie o delle strenne. In tre anni le riuscì di raggranellare parecchie centinaia di lire ed un baule di roba.
In ricompensa di questi servigi il barone gli regalava di tanto in tanto sotto forma di gratificazione un pezzo di venti lire in oro col patto che non dicesse nulla a Ersilia, che avrebbe voluto tenere il vecchietto goloso e dissipatello più a stecchetto; ma anche questa piccola frode rendeva il regaluccio più saporito tanto a chi dava quanto a chi riceveva. Il pezzo d'oro barattato secondo il corso del cambio fruttava un altro piccolo guadagno, che aggiungeva al piacere del dono il gusto più squisito della speculazione. I cinquanta, i sessanta, i sessantacinque centesimi che a seconda dell'aggio il vecchietto guadagnava, gli erano quasi più gustosi che non le venti lire del suo pezzo d'oro: e non minore era la sua felicit
Era un regaluccio comperato per Lalla, colle sovvenzioni dell'organista; ma Sandrino l'aveva preso con sè molte volte, senza mai aver avuto il coraggio di offrirlo alla signorina. Quando Lalla, pian piano, aperse le imposte della finestra, poco mancò non risvegliasse la casa, con un grido di paura.
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