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Aggiornato: 14 giugno 2025


Questa, piena di donne e di canzone, non è l'isola bella di Citera? Non sei tu dunque iddia ne' tuoi domíni? Questa è l'isola bella: non la tiene però Venere. Isotta ha signoria, Isotta Biancamano, su la verde Brolangia solatìa ove reìne clementi e serene vissero a lungo, in tempo assai lontano, e amaron poetare. Qui non s'ode Bacchilide cantare, non Saffo, non Alceo di Mitilene.

Ego Constantius de Sarra, artium liberalium magister et pubblicus imperiali autoritate notarius, tamquam confidens praefacti domini consulis, suprascriptam literam transtulit ut supra, et ad veritate proemissorum, signum meum notarj apposui consuetum. Commemoriale XVI, p. 27. Arch. ven. gen. 1474, 11 Febbraio. Commissione ad Ambrogio Contarini, ambasciatore veneto in Persia.

Questo mette capo allo scalone del convento, un convento esso stesso, amplissimo, solitario, colla sbarra cadente, coi gradini, che, a volerli popolare di macchiette, esigerebbero una processione da Corpus Domini, a' tempi de' buoni Comuni, più, meno.

Ma il privilegio più curioso della cattedrale di Siviglia è la così detta danza de los seises, che ha luogo ogni sera, sull'imbrunire, per otto giorni consecutivi, dopo la festa del Corpus Domini. Poichè fui a Siviglia in quei giorni, l'andai a vedere, e mi parve cosa degna di esser descritta. Da quanto me n'era stato detto prima, mi pareva che la dovesse essere una pagliacciata scandalosa, ed entrai nella chiesa coll'animo preparato a un sentimento di sdegno per la profanazione del luogo sacro. La chiesa era buia; la sola cappella maggiore illuminata; una folla di donne ginocchioni ingombrava lo spazio fra la cappella e il coro. Alcuni preti stavan seduti a destra e sinistra dell'altare; davanti alla gradinata era disteso un ampio tappeto; due file di ragazzi dagli otto ai dodici anni, vestiti da cavalieri spagnuoli del medio evo, con cappello piumato e calze bianche, eran schierati gli uni di fronte agli altri, in faccia all'altare. A un cenno dato da un sacerdote, una soave musica di violini ruppe il silenzio profondo della chiesa, e le due schiere di ragazzi si mossero con un passo di contraddanza, e cominciarono a dividersi, a intrecciarsi, a sciogliersi, a riannodarsi, con mille graziosissimi giri; e poi proruppero tutti insieme in un canto armonioso e gentile, che echeggiò nell'oscurit

Se babbo, invece di darmi tra mano un codice ne' bei giorni della mia giovinezza, m'avesse lasciato la carissima tavolozza, io avrei schizzate tante macchiette quante ne abbisognavano per la processione del Corpus Domini: e potrei sorridere nel mio studiolo ad una ad una di quelle che passano sotto gli arcucci dei tragetti, e s'affaccendano nella contrada del mercato: una contrada fonda come un pozzo, dove da una finestra all'altra delle case è in mostra sulle corde tutta l'opera fatta dal bucato nella settimana: panni bianchi, panni rossi, panni azzurri, l'allegra coccarda dei marinai a tre colori bagnati di sudore. Alle botteghe a destra e a sinistra, qua e l

¹ Misericordia Domini plena est terra. «La misura dell'ira è colma, sei condannato, io ti dico che speri invano.» «Tu speri invano, se credi disperarmi in questi estremi momenti, che una piet

Intanto nell'aprile di quell'anno, morto Carlo Felice, sottentrava re nei dominî Sardi il cospiratore del 1821, Carlo Alberto, e con lui fra i deboli che abbondavano ed abbondano, un'onda di speranze che la idea del cospiratore si tradurrebbe in azione dal re. Dimenticavano che la sua non era idea, ma solamente velleit

Confessa che la tua ribellïone non è che l’urlo della creatura debole, che mancò la sua ventura per non aver trovato il suo padrone. Confessa che tu vai con fiammeggiante torcia sanguigna contro leggi ed uomini, solo perchè la forza che ti domini tutta, ancor non t’assalse il cor tremante.

Ora, risalito sull'altare, il sacerdote iniziava la cerimonia della Benedizione, proferiva le formule alle quali l'accolito dava le dovute risposte. «Adiutorum nostrum in nomine Domini». «Qui fecit coelum et terram». «Domine, exaudi orationem meam». «Et clamor meus ad te veniat»....

DON FLAMINIO. Quando pensava che fusse alla metá dell'istoria, ci avevi lasciato il principio; e or al principio bisogna dar un altro principio. LECCARDO. Se non volete ascoltar, io taccio. DON FLAMINIO. Eh, parla col diavolo! LECCARDO. Non parlo col diavolo io. DON FLAMINIO. E tu parla con Dio. LECCARDO. Or questo , in nomine Domini. DON FLAMINIO. Amen.

Parola Del Giorno

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