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Aggiornato: 5 luglio 2025


«Quando venne il cameriere domandai: « È giunta la posta? Non osavo prendere l'argomento di fronte. « Sissignora; è giunta, ma per lei non c'è nulla. «Il cuore mi battè più forte. Non aveva scritto; doveva esser venuto. « Nessuno ha domandato di me? chiesi guardando nel mio piatto. « Nessuno, signora.

S'avvicinò alla cavalla, accarezzandola sulla fronte; poi salì nel veicolo, prese le redini dalle mani del servo, e quando mi fui accomodato al suo fianco, aizzò Steppa che s'incamminò con grande strepito di ferri sotto l'androne. Hai dormito? domandai. Ho lavorato.... Perchè non lavori anche tu? È una consolazione. Bene, Severino Boezio! E di che cosa debbo io consolarmi? Di tutto....

Egli mi accennò una poltrona, e dopo avere spalancate le imposte socchiuse, mi si rivolse, dicendo: Io parto questa sera medesima. Andrò a Parigi e a Londra. Ti prego quindi di pazientare finchè abbia dati gli ordini necessari. È una risoluzione improvvisa? domandai. Meditata. Ho bisogno di stordirmi per alcuni mesi e con quest'ultima catastrofe non potrei restare in Italia più oltre.

Lucertolo tacque un istante, rabbrividendo al ricordo di quella scena. Domandai: soggiunse chi va l

Lo sguardo fisso di Vittor Hugo mi turbò, tutte le mie belle idee scapparono, e non dissi altro che questo... Insomma, bisogna ch'io lo dica. Io gli domandai se era stato a vedere l'Esposizione! E rimasi l

Mi domandai: "Quanto tempo è passato?" E m'accorsi che avevo completamente smarrita la nozione del tempo.

E senz'altro s'avviò a narrarmi le lotte intestine di Sulzena, in cui egli solo teneva testa al presbiterio e al sindaco alleati. Io non gli credevo gran fatto; domandai di Mansueta. Ah, la serva... morta. Ma domenica ventura... Morta quando?

Era una spaventevole vecchia tutta naso e tutta mento, con un gran ciuffo di capelli bianchi ritto sul capo a modo di pennacchio, con una bocca che pareva la buca delle lettere, con poco più d'una camicia addosso, nera, incartapecorita, mummificata; la quale mi si avvicinò inchinandosi e sorridendo, e tendendo le mani per afferrare le mie. "Che volete?" domandai facendo un passo indietro.

M'era immaginata che in queste parole vi fosse del greco; e ne domandai la spiegazione a mio marito, che è uomo di lettere e che conosce il suo greco meglio di tutt'altra cosa. Ma non mi ha voluto fare alcuna risposta, e solo, voltandomi le spalle con aria di disprezzo, esclamò: Corbellerie! corbellerie! Vedete come sono poco compiacenti i mariti.

Ti vestivi per uscire? le domandai, ancora impacciato, quasi peritoso, non sapendo che altro dimandare, volendo evitare il silenzio. . Era di mattina; era di novembre. Ella stava in piedi, presso a un tavolo ornato di merletti su cui rilucevano sparse le innumerevoli minuterie moderne destinate alla cura della bellezza muliebre.

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