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Aggiornato: 5 luglio 2025


Non andò molto che Raimondo si rasserenò, e facendosi più d'appresso a me: Tu pure dunque lo difendi? mi disse con voce tranquilla e vedendo che io non gli rispondeva, aggiunse melanconicamente: anche il mio cuore si ribella a me stesso e mi condanna, e difende lui che pure m'ha fatto tanto male. Per qualche istante grave silenzio. A che ora arriva egli? domandai. Fra due ore.

Come si chiama questa canzonetta? le domandai un giorno. Il matrimonio segreto. E chi l'ha fatta? Il maestro Cimarosa. Lo conosci? No. Dunque, come l'hai appresa? Me l'ha insegnata... mia madre. Che vuol dire: matrimonio segreto? Vuol dire che si sono maritati di nascosto. Perchè? I parenti forse non volevano. Ti sei maritata di nascosto tu? Non mi sono maritata mai! Perchè?

Trovai la fonderia Yves poco fuori del Thiergärtnerthor. Un tale, fra l'operaio e il soprastante, mi disse che gli Yves abitavano nella Theresienstrasse, e m'indicò pure il numero della casa. Gli domandai se il padrone sarebbe venuto, più tardi, alla fonderia. Quale? mi rispose. Sono tre fratelli.

Il Signore disse che tutti gli uomini sono fratelli. È a questo che pensate? domandai timidamente. No rispose mio cugino, senza adirarsi penso che tutti dovrebbero salire la loro erta. Egli aveva un modo di pronunciare certe parole come se fossero più grandi delle altre. Comprendo. Tutti devono lavorare nella misura dei loro mezzi. Credete di comprendermi, ma non mi comprendete ancora.

Era scorso appena un quarto d'ora che Attilio comparve sull'uscio e mi disse: Vo a cercare il cavallo, mi accompagni? Aveva una ciera tanto buia che mi sgomentò. Fuori mi prese a braccetto. Dunque? domandai con viva ansiet

Vedendo che in questa quistione se la pigliava troppo a cuore, sviai il discorso, e gli domandai se non riconosceva le maggiori comodit

Che ci è di nuovo? Domandai con ansia, a quelli che mi avevano fatto un cerchio all'intorno. Che ci è di nuovo? Proferì con rabbia, il più secco e più bisbetico Perdio!.... Vieni al Consolato e vedrai.... E avrebbe a andar benino, davvero!

, rispondeva Lidia, bisognerebbe armonizzar le parole colla musica. Finora, quel che ha fatto, mi piace molto. Hai composta una romanza? domandai. Una cosetta delle solite, disse Gian Luigi, senza stupirsi pel mio ritorno. Una cosetta press'a poco così....

Bello specialmente quel passaggio dell'esordio alla prima parte, confortò Lidia. Oh, una cosina francese, di nessuna importanza, fece modestamente Gian Luigi, richiudendo il piano. Egli restò accoccolato sullo sgabello; Lidia ed io prendemmo posto innanzi al tavolino verde, rivolgendoci verso il Sideri. E di letteratura non ti occupi più? domandai.

Il sole dell'estate di San Martino scendeva per la finestra; e nella luce vagava un profumo di cipria o d'essenza che io non seppi riconoscere. Qual'è, ora, il tuo profumo? le domandai. Ella rispose: Crab-apple. Io soggiunsi: Mi piace.

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