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La zia addormentata! e non vedo Dolores! ciò m'insospettisce. Eran le undici della sera, io non fiatavo, e mentre contemplavo la dormiente prestavo l'orecchio per qualche rumore. Un ahi! un lamento!... è la voce vibrante della mia donna, che mi sconvolge sino nell'ultima latebre dell'anima. Mi slancio verso la porta della stanza di lei! Era chiusa!

Giovane ancora, bella di nobil bellezza, Clara Dolores si lasciava ciurmare per leggerezza da quegli empirici; e sul suo viso ancora fresco e roseo andava stendendo una maschera che, non potendo aggiungere, toglieva il colorito naturale, e a poco a poco alterava le linee e avvizziva le carni.

Incrociò le braccia e mormorò a fior di labbra: Brunello! Amore mio!... La contessa Clara Dolores accolse il figliuolo molto gentilmente. Aveva accettato l'invito d'una famiglia amica, la quale si proponeva di compiere il giro del Cadore in automobile. Ho voluto parlarti prima di partire, ella disse a Brunello con insolita gravit

«E ben provò la mia bella e sventurata Dolores il culto di quello scellerato per la libidine! E qui s'inumidivano gli occhi del forte milite rimembrando una creatura amata e perduta. Dolores era un'angelica fanciulla! E Brusco a quell'esclamazione volgeva gli occhi ad Ida, che al lato di Cantoni, ed avvolta in un mantello del suo amante, sporgeva la sua bella testa verso il narratore.

Mamma! chiamò Bruno. Caro? disse Clara Dolores, allontanandosi un istante dai suoi ospiti. Permettimi di presentarti il mio amico Gigi Barbano. Oh, ne ho molto piacere! esclamò la contessa, stendendo a Gigi la destra, ch'egli baciò. Io ho conosciuto la sua signora quand'era signorina Dossena; e non l'ho più dimenticata, tanto era bella e gentile.... La ringrazio! disse Gigi inchinandosi.

Dopo quel colloquio, Clara Dolores non parlò più a suo figlio di letteratura; ma Bruno s'accorse che Duccio Massenti era scomparso. A qualunque ora egli salisse da sua madre, a tutti i ricevimenti, a tutti i pranzi, a tutte le gite di piacere, non gli avveniva mai d'incontrar Duccio Massenti. Bruno pensò che sua madre lo avesse messo alla porta, dopo una spiegazione; e non era lontano dal vero.

»E Dolores era uno perfetto rampollo di quella razza, facile a discernersi dal grazioso portamento della persona, dalla capigliatura d'ebano e dall'occhio nero arcato, di cui è difficile sostenere lo sguardo senza sentirsi beati da moti deliziosi, irresistibili.

Mamma, interruppe tranquillamente Bruno, queste idee non sono tue. Lo confesso, rispose Clara Dolores. Non ho sufficiente esperienza della vita letteraria per giudicarla con sicurezza. Sono idee degli amici coi quali ho parlato di te e ai quali ho chiesto qualche consiglio.... Bruno si levò d'un balzo. Duccio Massenti! esclamò. La contessa non rispose. Duccio Massenti! ripetè Bruno.

Clara Dolores aveva trovato a Milano ancora un manipolo di signore e di signori che vi si trattenevano per gli esami dei figliuoli o per ragioni d'affari; e con quelli si divertiva a fare scampagnate nei dintorni e a inventare ogni giorno un pretesto urgente per muoversi e muovere con lei tutta la brigata. Bruno le aveva consigliato di prendere una automobile.

Vide venire a lei correndo il piccolo Bruno, seguìto da un grosso cane di Terranova, e poco lungi, ferma sulla strada, la contessa. Vieni! disse Bruno, gettandole le braccia al collo. La mamma vuole conoscerti.... E Brunello e il cane ritornarono ancora correndo verso la signora che attendeva. Nicla affrettò il passo, mentre Clara Dolores le andava incontro.