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Le lagrime vegg'io che certo hai spanto Quando l'annuncio orribil ti giungea Che, tronco della vita a me ogn'incanto, Per anni ed anni in ceppi esser dovea: Il Cielo sa se in mia prigion t'ho pianto, E quai voti il cor mio per te porgea! Sempre io chiesi per te l'inclita luce Che di tutto consola, e a Dio conduce.

Tale operando, e tale consigliando, come presumeva costui chiamarsi rappresentante di Dio in terra, se di averlo tale si sarebbe vergognato anche il diavolo

«De profundis clamavi....» .... Pace a l’anima tua, pace, o vegliardo, Che Dio portasti nel clemente sguardo E nei detti soavi Che ai solitari, ai mesti, Ai deboli, ai fanciulli eri sostegno Che, molto amando, lo spregiato regno De gli umili scegliesti!... «De profundis...» Le cime L’ultimo sole illuminò di rosa. Palpitò nel silenzio d’ogni cosa Una piet

«E noi, fratelli, che non abbiamo altra chiesa che lo spazio, cioè, l'Infinito, altri luminari che le stelle infinite, altro Dio che la ragione, la scienza, e l'intelligenza infinita che regola i movimenti, le combinazioni, e la trasformazione della materia infinita, noi siamo condannati da codesti nemici dell'Umanit

Siente a me ca nun t' 'o spuse! Gue'! Gue'! P'ammore 'e Dio! Mo' mme pare ca ve n'abusate, avite capito?... Iesce, vattenne!... Iatevenne, mo... Va, iatevenne... 'E tutto chesto ca mm'avite ditto io ve ne faccio cerc

Similemente fingono li nostri poeti Ercule d'uomo essere in dio trasformato, e Licaone in lupo: moralmente volendo mostrarci che, virtuosamente operando, come fece Ercule, l'uomo diventa iddio per participazione in cielo; e, viziosamente operando, come Licaone fece, quantunque egli paia uomo, nel vero si può dire quella bestia, la quale da ciascuno si conosce per effetto piú simile al suo difetto: come Licaone per rapacitá e per avarizia, le quali a lupo sono molto conformi, si finge in lupo esser mutato.

Così ci separammo senz'alcun segno d'amicizia; pure nel cuore eravamo più legati di prima. Scrissi subito a Violet: «Ho parlato al dottor Topler, in questo momento. Gli ho detto che amo miss Yves, che ella mi ama e mi respinge, che Dio me la conceder

O Lidia, perchè non eri tu a casa mia, in un bel gabinetto, pieno di cose d'arte e di profumi tuoi, bella, mia, sorridente? e perchè io non potevo gittarmi a' tuoi piedi, pregando Dio attraverso Te!

Le mura che solieno esser badia fatte sono spelonche, e le cocolle sacca son piene di farina ria. Ma grave usura tanto non si tolle contra 'l piacer di Dio, quanto quel frutto che fa il cor de' monaci si` folle; che' quantunque la Chiesa guarda, tutto e` de la gente che per Dio dimanda; non di parenti ne' d'altro piu` brutto.

Li atti suoi pigri e le corte parole mosser le labbra mie un poco a riso; poi cominciai: «Belacqua, a me non dole di te omai; ma dimmi: perché assiso quiritto se’? attendi tu iscorta, o pur lo modo usato t’ha’ ripriso?». Ed elli: «O frate, andar in che porta? ché non mi lascerebbe ire a’ martìri l’angel di Dio che siede in su la porta.