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Aggiornato: 25 maggio 2025


Luigi da Gazolo il ferro caldo fatto nel collo le ha d'una saetta, che con l'arco gli diè Febo, quando anco Marte la spada sua gli messe al fianco. 51 Duo Erculi, duo Ippoliti da Este, un altro Ercule, un altro Ippolito anco, da Gonzaga, de' Medici, le peste seguon del mostro, e l'han, cacciando, stanco.

E l'uficio di questo cane non è di vietare l'entrata ad alcuno, ma di guardare che alcuno dello 'nferno non esca; volendo per questo che dove entra la cupiditá delle ricchezze, degli stati, de' diletti e dell'altre cose terrene, ella o non n'esce mai, o con difficultá se ne trae; come essi mostrano, fingendo questo cane essere stato tratto da Ercule dello 'nferno, cioè questa insaziabilitá de' disidèri terreni esser dal virtuoso uomo tratta fuori del cuore di quel cotale virtuoso.

Esse hanno la vaghezza, la bellezza e il naturale appetito e altre cose assai continuamente per loro ne' cuori degli uomini procuranti; e che questo sia vero, lasciamo stare quello che Giove per Europa, o Ercule per Iole, o Paris per Elena facessero; che, percioché poetiche cose sono, molti di poco sentimento le dirien favole; ma mostrisi per le cose non convenevoli ad alcuno di negare.

Ancor ti può nel mondo render fama, ch’el vive, e lunga vita ancor aspetta se ’nnanzi tempo grazia a nol chiama». Così disse ’l maestro; e quelli in fretta le man distese, e prese ’l duca mio, ond’ Ercule sentì gi

Similemente fingono li nostri poeti Ercule d'uomo essere in dio trasformato, e Licaone in lupo: moralmente volendo mostrarci che, virtuosamente operando, come fece Ercule, l'uomo diventa iddio per participazione in cielo; e, viziosamente operando, come Licaone fece, quantunque egli paia uomo, nel vero si può dire quella bestia, la quale da ciascuno si conosce per effetto piú simile al suo difetto: come Licaone per rapacitá e per avarizia, le quali a lupo sono molto conformi, si finge in lupo esser mutato.

E con costui mostra d'accordarsi Seneca tragedo, in tragoedia Herculis furentis, dove dice Cerbero infernal cane essere stato tratto d'inferno da Ercule e da Teseo per la spelunca di Trenaro, dicendo cosí: Postquam est ad oras Traenari ventum, et nitor percussit oculos lucis, ecc.

ma misi me per l’alto mare aperto sol con un legno e con quella compagna picciola da la qual non fui diserto. L’un lito e l’altro vidi infin la Spagna, fin nel Morrocco, e l’isola d’i Sardi, e l’altre che quel mare intorno bagna. Io e ’ compagni eravam vecchi e tardi quando venimmo a quella foce stretta dov’ Ercule segnò li suoi riguardi

Ancor ti può nel mondo render fama, ch’el vive, e lunga vita ancor aspetta se ’nnanzi tempo grazia a nol chiama». Così disse ’l maestro; e quelli in fretta le man distese, e prese ’l duca mio, ond’ Ercule sentì gi

Similmente fingono li nostri poeti Ercule d'uomo essere in Dio transformato, e Licaone re d'Arcadia transmutato in lupo: nulla altro volendo mostrarci, se non che, virtuosamente operando come fece Ercule, l'uomo diventa Iddio per participazione; e viziosamente operando, come Licaon fece, cade in infamia, e, quantunque nel primo aspetto paia uomo, quella bestia è dinominato, i vizi della quale sono a' suoi simiglianti: Licaone, percioché rapace e avaro e ingluvioso fu, vizi familiarissimi al lupo, in lupo transformato si disse.

ma misi me per l’alto mare aperto sol con un legno e con quella compagna picciola da la qual non fui diserto. L’un lito e l’altro vidi infin la Spagna, fin nel Morrocco, e l’isola d’i Sardi, e l’altre che quel mare intorno bagna. Io e ’ compagni eravam vecchi e tardi quando venimmo a quella foce stretta dov’ Ercule segnò li suoi riguardi

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