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Aggiornato: 4 luglio 2025
CARIZIA. So che in una mia pari non cadono tanti meriti; e per non poter trovar parole condegne per risponderli, vi risponde tacendo il core. DON IGNAZIO. Signora, ecco un anello nel cui diamante sono scolpite due fedi: tenetelo per amore e segno del sponsalizio. Il dono è picciolo ben sí; ma si considerate l'affetto di chi lo dona, egli è ben degno di lei.
Ma il nostro innamorato aveva ricevuto la botta e non poteva dissimularla a sè stesso. Sicuro, i suoi erano doni da fanciullo; un diamante, bellamente incastonato, gli avrebbe fatto più onore. E lui subito a cercarlo.
Poscia, come l'idea sale dall'effetto alla causa, gli sguardi dei due giovanetti passarono dal diamante della lampada alla fiamma del cero.
Lo terzo, che di sopra s'ammassiccia, porfido mi parea, si` fiammeggiante, come sangue che fuor di vena spiccia. Sovra questo tenea ambo le piante l'angel di Dio, sedendo in su la soglia, che mi sembiava pietra di diamante. Per li tre gradi su` di buona voglia mi trasse il duca mio, dicendo: <<Chiedi umilemente che 'l serrame scioglia>>.
Eravate al Diamante? interruppe il Giuliani. No signore. In Vallechiara? No signore. E dove eravate voi dunque? Ma, la mi scusi, disse il Bello, a cui quelle interrogazioni tornavano moleste, se Ella sa tutto, perchè mi domanda?
LARDONE. Poco importa questa disfida alla mia fame, e ad ogni parola fare una disputa. PEDANTE. Il parlar teco troppo familiare causa il minuspretio: omnis familiaritas parit contemptum; ma sempre che parlerai meco senza licenza, vuo' cavarti un dente. LARDONE. Vorrei piú presto perdere un diamante che un dente. Ma io merito questo e peggio.
Il forte Diamante, di assai minore rilievo, cadde in potere dei congiurati per un felicissimo stratagemma. Il guardarme che lo aveva in custodia, teneva fondaco di vino e amava la gente allegra. Da parecchie settimane avea preso la consuetudine di andar lassù una brigatella di buontemponi, i quali entravano nel cortile, bevevano, giuocavano alle pallottole, o ballavano al suon dell'armonica, insieme coi pochi soldati del presidio. La sera del 29 erano, o, per dire più veramente, fingevano d'essere alticci dal vino, e non avrebbero mai detto d'andarsene. Senonchè, era l'ora di chiudere, e il guardarme li condusse al cancello. Col
Se il vetro ordinario e non trattabile a martello era vile rispetto all'oro, vi sarebbe egli per avventura chi mi sapesse dire il perché? Certo che, s'egli è bene men duro e meno lucido alquanto del diamante, nulladimeno il potersene far vasi da bere e prevalersene per tanti altri usi nobili è una prerogativa ben degna di contrapporsi a quella del diamante.
Quali imprecazioni non avventò Alpinolo contro colui che aveva trassinato così sacri pegni! ma quando gli fu pôrto il diamante, quasi gli venisse restituito un figliuolo da gran tempo perduto, si attutì, lo premette contro le labbra, e più di una grossa lagrima gli cadde su quell'unica memoria dei suoi genitori.
Il duello al coltello è un'importazione siciliana a Napoli, spagnuola in Sicilia, il combattimento alla navaja. Ma è altrettanto micidiale a Napoli che a Palermo ed in Ispagna. I due avversarli si avvicinarono. Dai loro occhi schizzavano scintille feroci. Non vi si vedeva più il bianco: erano due punte di diamante a fiamma fosca e penetrante circondata da un'aureola rossa.
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