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Il Corriere Livornese, diretto allora da Giovanni La Cecilia, scriveva: «Alle 8 stamane giungeva l'avviso che il prode generale Garibaldi era a bordo del pacchetto a vapore Pharamond, giunto da Genova. Il sig. La Cecilia disponeva subito che una guardia d'onore della nostra milizia cittadina, comandata da un ufficiale, presidiasse la dimora dell'illustre italiano.

In questo torno il Machiavelli nominato commissario al campo di Pisa intese quasi esclusivamente all'ordinanza della milizia, confermandosi nelle idee che doveva poi esporre nei Dialoghi dell'Arte della guerra; e siccome finalmente Pisa gli si arrese, potè per la prima volta dopo molti anni di pratiche politiche, sfruttando l'opera dell'illustre e sfortunato Giacomini, acquistare in Firenze una certa importanza, la quale durò crebbe. A traverso tutte le conflagrazioni italiche d'allora il governo repubblicano del Soderini si approssimava fatalmente alla morte. Infatti, dopo la battaglia di Ravenna il cardinale Giovanni de' Medici, che doveva poi diventare Leone X, l'assalì: il Macchiavelli si illuse sulla vitalit

Gli spiriti forti hanno poco da ridere: Campanella, il quale non era certo un debole una donnicciola, rifugiatosi a Marsiglia per sfuggire alle persecuzioni ha confessato di aver sostenuto a ciglio asciutto prigionia e tortura e di aver pianto sperimentando l'opera benefica dell'illustre Pereiscius che l'ospitò: ed io che avevo non un Pereiscius, ma delle donne e molto belline, per ospiti e che ancora non ho provato torture, potevo piangere come il celebre perseguitato dalla Corte di Roma.

Vi è molta analogia fra il carattere del Rota e quello dell'illustre cesellatore Benvenuto Cellini; due spiriti bollenti, impetuosi, predestinati ad una carriera avventurosa di immensi tripudî e di immensi dolori. Rota era nato poeta come Benvenuto Cellini. L'uno per caso divenne coreografo, come l'altro cesellatore; ma le opere di entrambi non cessano di essere poesia.

Pietro Nardi, autore di un buono scritto su Arrigo Boito poeta e studioso sagace del gruppo milanese cui il Boito appartenne, grazie anche al caso e all'ostinazione mia, mi venne fatto di metter le mani su tre delle sei novelle che il Boito avrebbe scritto, e, per giunta, su tre assai interessanti e ignoratissime sue riviste drammatiche: le une e le altre raccolgo in questo volume, certo di far cosa grata al pubblico o, per lo meno, a quanti sono studiosi della potente e complessa natura artistica dell'illustre uomo, che può parer strana solo perché non è ancora conosciuta in tutti i suoi elementi.

Ai due praticanti magnetisti che lo accompagnavano si era aggiunto un numeroso drappello di giovani studenti, intervenuti spontaneamente al consulto per erudirsi nella dotta e faconda parola dell'illustre scienziato. Il Virey da più mesi non era venuto a Milano; tutti si attendevano che al letto degli infermi egli avrebbe solennemente proclamate e spiegate le sue grandi teorie innovatrici.

Questa risposta non fece che aguzzare la voglia dell'illustre ginecologo e colla voglia il dispetto e la rabbia. Tornò a scrivere; ma vedendo che sprecava il suo inchiostro, e che Malgoni era deciso a non muoversi, cominciò a insinuare bel bello qualche sospetto nell'animo dell'amico. Gli fece capire che la Nina aveva qualche motivo di non abbandonare Padova, citt

Rossini, alla medesima epoca, della sua Bianca e Faliero ebbe cinquecento zecchini. È da notarsi che la più parte di queste opere, apparse in quella che noi chiameremo la prima epoca dell'illustre maestro, vennero composte in uno spazio brevissimo di tempo.

Tutti gli altri giornali, i giornali amici del Bonforti, i giornali amici del Ghirlanda, i giornali ispirati dal Governo e i giornali ispirati da Pio Calca e da monsignor Meneguzzi, tutti quanti, si affrettarono a pubblicare la dichiarazione dell'onorevole commendator Francesco Kloss, relativa all'avvenuto suicidio del suo procuratore, l'integerrimo signor Galli, affetto da incurabile malattia di fegato, e tutti pubblicarono pure, ogni giorno, il bollettino firmato dal dottor Foresti, sulla malattia dell'illustre patriotta, Giovanni di Casalbara, senatore del regno.

«E così ricordo le parole dell'illustre avo mio: La Serenissima Republica ha da guardarsi specialmente dagli uomini che portano troppo alta la fronte e troppo confidano di stessiL'ottuagenario doge anche a questo punto fu per pronunciare alcuna parola in difesa di Candiano, ma non osò; qualunque atroce accusa poteva essere pronunciata impunemente in quel luogo.