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Aggiornato: 3 maggio 2025
Pei corridoi dell'albergo, nelle scale, nessun segno di vita. Nel salone da ballo, le candele consunte, il suolo sparso di carte dorate, di banderuole, di tutti i minuti residui del cotillon. Massimiliana rabbrividì, passandovi dinnanzi dagli usci spalancati.
Hai qui tanti ammiratori! E non poche ammiratrici, sai? Ecco l'albergo di Francia. Ferma, vetturino.... No! no! protestò vivacemente Bertini, trattenendo col braccio il braccio dell'amico, ed ordinando poi al cocchiere, con voce breve: Via! E mentre la carrozza trascorreva dinanzi alla facciata dell'albergo, vi fermò lo sguardo, rivoltandosi a guardarvi anche dopo che l'edificio fu oltrepassato.
Fa bel tempo oggi disse la cameriera dell'albergo entrando nella stanza. E aprì la finestra. Dirimpetto, la facciata del Palazzo Marino era illuminata dal sole.
Fu uno de' non meno strani capricci da cocotte parigina codesto, di vedere riuniti a tavola tutti i suoi adoratori di Milano. Anzi ella spinse il capriccio fino a trovar modo di averci presente anche uno dei non presentabili, il cameriere dell'albergo, che l'aveva servita a tavola ne' primi giorni, il quale, come gi
E Filippo faceva dei gesti in direzione del lago, mentre l'amica sua sorrideva perchè non riusciva a distinguer nulla.... Ma un gesto restò a mezzo: era comparso sul terrazzo lo zio Roberto, seguito dal direttore dell'albergo. Se il signor conte permette, diceva quest'ultimo, gli servirò io stesso una cena di suo gusto....
Le persone cospicue di Grotticella serbarono cautamente il silenzio sulla professione del nuovo arrivato, che personificava la sospirata colonia, e che fu ricevuto nel Club International con onori veramente principeschi, tanto che il cameriere dell'albergo, gli inservienti del circolo e il bagnino gli davano dell'eccellenza a tutto pasto, come a quei re di Prussia incogniti che passeggiano abbottonati lungo i cinque atti dei drammi del Federici.
La colazione fu preparata in un elegante salotto dell'albergo, che faceva parte del quartierino che il barone aveva scelto per sè nell'angolo più ombreggiato: e fu servita con una grande profusione di piatti, di vasi, di fiori.
Orazio, Muzio e Gasparo si congedarono, ed Attilio rimase col pretesto d'affari particolari. Alla prima alba, un giovine in camicia rossa picchiava alla porta della stanza N. 8 dell'Albergo Vittoria e presentava al principe T. un cartello firmato Morosini espresso in questi termini: "Io accettai la vostra sfida e vi sto aspettando alla porta dell'albergo nella mia gondola.
Voi non state male vestita in quella maniera disse Amedeo, arrossendo un poco di gioia e fu un bel pensiero il vostro d'esser venuti. Ma chi vedo? anche la signorina venuta a piedi per questi sassi? e voi, Bortolo, tenete mano al sacco? bravi! se il maggiordomo dell'albergo mantiene la promessa, ora vi porto da fare un brindisi in compagnia.
Quando ritorneremo dal club, soggiunse Giorgio, ne prenderemo una tazza anche noi; non è vero, Prospero? Oh, per me, ti ringrazio. Appena sono libero, scappo a letto! Erano giunti sotto l'atrio dell'albergo. Il Duca strinse la mano alla figliuola e sollecitò Giorgio perchè si sbrigasse; ma Giorgio aveva ricevuto dal cameriere due o tre lettere e stava sfogliandole.
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