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Aggiornato: 3 giugno 2025


Fate attenzione, padre mio, chè vi parlo in confessione. Il padre d'Ebro si alzò, s'inchinò, e si riassise. Voi vi occupate, padre mio, degli affari della mia anima. Ma voi non vi astenete di darmi altresì dei consigli sulla condotta del mio governo. Quando V. M. mi fa la grazia di esprimerne il desiderio... E sovente pure, senza che io lo desideri e senza ch'io ve lo domandi.

Non è mestieri, zio, che dimandiate al re l'autorizzazione di darmi le mie istruzioni per iscritto. Ciò entra nelle attribuzioni del ministro. Altri si contenterebbero di averle verbali. Altri, semplicemente indicate nell'ombra dei sotto-intesi, come voi fate al presente. Altri vi afferrerebbero a mezza parola e si lancerebbero all'avventura testa giù, a loro rischio e periglio. Io, io sono leale: voglio che il mio ufficio mi sia formulato in iscritto. Il re vi ci

Manco male, se fosse: e' ci sarebbe il rimedio; farne degli altri. È vero: che ha dunque il reo genitore?... Vuol darmi moglie. Vecchio pedante!... E la prendi?

Il Conte, comecchè nel corpo si sentisse infranto da potere appena trarre il fiato, e nell'anima avvilito, pure per abito, più che per intenzione di scherno, favellò fiocamente: Poichè tu sei, per quanto io credo, il primo corriere che il diavolo manda in questo mondo, fa' di darmi notizie dello inferno... Le vuoi?... Porgimi la mano...

Cristina era sempre livida, col suo malvagio sorriso sulla sua larga bocca. Come, insistè, posso riscuotere questi ventimila franchi?... Ho fretta di partire, ricordatevelo! Un viaggio deve darmi forze nuove per nuovi piaceri.... Il mio amante è giovane e voglio distrarlo.... Vorreste voi, anzi, esser tanto compiacente da indicarmi su questa carta l'itinerario che dovremmo seguire?

Dammi la mano, e pensa ch'io dovrei darmi attorno una decina d'anni, Dio sa con che fatica e struggimento, per ridurmi ad averne quanti ne hai tu adesso. Non vi capisco bene, caro signore, ma dovrebbero esser debiti i vostri....

Il tempo piovoso mi tenne chiusa in seguito nel mio appartamento dove lessi molto. Chiesi a mio cugino se non avesse altri libri da darmi ed Egli rispose che non credeva averne di addatti per me. Un sorriso ironico accompagnò queste parole.

Le tue parole sono ben crudeli, Lucilla. Anche tu parli de' miei capricci come la mamma. Fu dunque per un capriccio ch'io andai a relegarmi in una miniera di zolfo?... Rimasto povero e orfano, i miei amici, gli amici della mia famiglia, gli amici tuoi non seppero darmi che vane parole.... Solo da Valduria mi venne un aiuto, solo di l

PARDO. Voi siate il ben tornato, portandomi alcuna buona novella. PEDOLITRO. Costanza vostra moglie vi saluta. PARDO. Che forse dall'altro mondo? PEDOLITRO. Che altro mondo? io non so altro mondo che questo, mai mi son partito di qua. PARDO. A che rinovellarmi la memoria e darmi questo dolore? ché mai mi ricordo della sua morte, ch'io non volessi esser morto mille volte.

Ma, se permette, incomincio io, che sono più tranquilla di Lei. Dica su, come si trova contento di Corsenna? La signorina Kitty voleva darmi la baia, con quel vano discorso. Ma io lo girai destramente ai miei fini. Moltissimo, risposi, perchè finalmente c'è quiete. La campagna dovrebb'esser sempre così. Se l'abbian per detto le persone che ci hanno lasciati a goderne, non è vero?

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