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Aggiornato: 28 giugno 2025
133 Tornò la fiamma sparsa tutta in una, che tra una ripa e l'altra ha 'l tutto pieno; e tanto ascende in alto, ch'alla luna può d'appresso asciugar l'umido seno. Sopra si volve oscura nebbia e bruna, che 'l sole adombra, e spegne ogni sereno. Sentesi un scoppio in un perpetuo suono, simile a un grande e spaventoso tuono.
Questo fatto ruppe interamente le ordinanze della flotta ducale; per cui deviando ogni nave dalla linea in cui era stata primamente disposta, si spinse più d'appresso alle mussiane.
117 Per cittadi mandò, ville e castella, d'appresso e da lontan, per ritrovarlo; né contento di questo, montò in sella egli in persona, e si pose a cercarlo. Ma non n'avrebbe avuto gi
«Io vo' che sappiate,» gridò Rogiero traendo la spada, perchè l'asta non poteva giovargli avendo i cavalieri troppo d'appresso, «io vo' che sappiate, nessuno potermi traviare dal mio cammino senza che adopri la forza, e sangue gli costi.»
Roberto è ferito alla coscia e vacilla. Accorgendosi Baccelardo di averlo colpito e di poterlo finire più facilmente, l'incalza di maggiore vigoria. Però Sigelgaita, che d'appresso a Roberto pugnava unitamente a Boemondo comechè di soli quindici anni avvedutasi parimenti del colpo del marito, grida, ed ambo correndo in aiuto di lui, mentre fin allora non avevano fatto che guardargli le spalle, stringono siffattamente Baccelardo, che l'obbligano a retrocedere maggiormente perchè era omai restato solo. Allora questo sventurato principe non vede altro riparo per sè che fuggire da una citt
2 Avea creduto il miser Polinesso totalmente il delitto suo coprire, Dalinda consapevole d'appresso levandosi, che sola il potea dire: e aggiungendo il secondo al primo eccesso, affrettò il mal che potea differire, e potea differire e schivar forse; ma se stesso spronando, a morir corse: 3 e perdé amici a un tempo e vita e stato, e onor, che fu molto più grave danno.
Con la prima distribuzione non ebbi alcuna lettera. Risolsi di passare al Museo germanico le tre ore che mancavano alla seconda. Mi aggiravo da un'ora per quel laberinto di alte sale, di scale marmoree, di chiostri gotici, dove zampilli mormorano nella penombra e una fioca luce cade dai cristalli dipinti, colora sculture sepolcrali. Sostavo talora a guardare da una porticina aperta il vivo verde di un cortile, a respirar l'aria chiara e pura, e guardavo appunto il colossale Orlando di Brema nel cortile, non so se ventesimo o decimonono, quando udii dietro a me una voce che mi parve riconoscere. Mi voltai; un vecchio signore dall'aspetto ecclesiastico parlava adirato con un custode che lo ascoltava sorridendo. Conoscevo una voce simile, sì; ma l'uomo non l'avevo mai veduto. Egli inveiva contro l'asineria di chi aveva levato non so qual San Giorgio di pietra da una casa di Norimberga, per collocarlo nel Museo. Poi lasciò il custode e mi passò davanti tutto fremente per uscire nel cortile a vedere d'appresso l'Orlando. Nel passare mi piantò in viso gli occhi furibondi come per dirmi «e Lei non mi d
A tener dietro a ciascun passo dei principali personaggi in cui c'incontrammo nel corso di questa storia, ad osservare più d'appresso che ci fosse possibile taluni fatti, abbiam dovuto percorrere gran parte d'Italia. Da Milano passammo a Roma, a Rimini, a Venezia, a Reggio correndone e ripercorrendone lo stradale. Ora ci conviene varcare le alpi e dilungarci da Italia per gran tratto.
Giunto è l'ultimo dì; chiuse le porte A lui son del perdon; giusto è ch'ei mora; Ora dunque AMEDEO nel tragga a morte, Sangue, che tanto le mie leggi onora; E quinci infonde coraggioso e forte Spirto, onde l'alto cor più s'avvalora E contra il Turco a la sua fin d'appresso Pugna più ch'a mortal non è concesso.
Parola Del Giorno
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