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Aggiornato: 30 aprile 2025
La principessa andava da un quadro all'altro, osservava, criticava con vero acume, specialmente lodava; rideva ella stessa delle sottili malizie, che metteva in certi giudizi, e che si riferivano a segreti della bellezza femminile. Il pittore la divorava con gli sguardi; indovinava le forme elette, che ella non nascondeva molto, per la stessa foggia d'abiti, sempre da lei prediletti a tale scopo.
Questi due davano nell'occhio per più ragioni: erano vestiti d'abiti di panno fine, dal taglio in certo modo elegante a confrontarlo con quello degli altri abiti, che pareva fatto con l'accetta; le loro faccie, punto feroci, erano solamente un pochino abbronzate; anche nel loro atteggiamento c'era qualcosa di mortificato....Si sarebbero detti due galantuomini smarriti in quella combricola di birbanti.
Contento e quasi riposato da tale induzione, m'accomiatai da Lidia e dall'ospite, raggiunsi la mia camera, mutai d'abiti, e uscii di casa. La serata era placida; il corso Venezia, male illuminato, staccava anche meglio nello sfondo il corso Vittorio Emanuele, dove le lampade elettriche spandevano una luce piacevole, qua e l
Ho visto due bambini condotti in trionfo dopo la funzione solenne della circoncisione. Uno poteva avere sei anni, l'altro cinque. Erano tutti e due a cavallo a una mula bianca, vestiti d'abiti rossi, gialli e verdi, ricamati d'oro, e coperti di nastri e di fiori, in mezzo ai quali si vedevano appena i loro visetti pallidi, che serbavano ancora l'espressione dello spavento e dello stupore.
Com'io aveva indugiato una sera nella mia camera a scorrere diverse lettere, ed era inavvertitamente valicata la mezzanotte, l'ora classica in cui mi presentavo a Lidia, sentii presso l'uscio un tenue fruscìo d'abiti, e sulla porta l'errar d'una mano in cerca della gruccetta. Aguzzai l'orecchio; il fruscìo pareva ripetersi; ma sempre tenue e dubitoso.
Boccone a lato del cataletto giaceva un vecchio, cui la bianca barba scendeva scomposta e lunga fino a terra, d'abiti puliti ma rozzi, mal calzato e soffrente. E certo quell'uomo soffriva, perocchè lo squallido viso e la sparuta persona dicevano pur troppo ben chiaro, ch'egli pativa assai e nell'animo e nelle forze: nello sguardo non scorgesi sovente riflesso lo strazio celato?
Raccolte queste informazioni, e promessa una larga mercede al doganiere, il visconte, come abbiam detto, correva alla Maga rossa; quivi giunto traeva dalla stalla il suo Morello, e senza mutare d'abiti, nel suo splendido abbigliamento da amazzone, montava in sella e partiva di galoppo sulle orme della bella fuggitiva. Il visconte amava dunque la contessa? No.
Agenore, non vedendo la bella dove l'aveva lasciata poc'anzi, si affacciò alla finestra per cercarla; in quel mentre si udì un passo leggiero ed un fruscio d'abiti. Eccola, disse Leonardo, ed aggiunse con accento di preghiera: «non ora, non ora.» E il dottore, che gi
Spero di no, avevo molto vantaggio su di lei, tuttavia scommetto che sta perlustrando la strada... Se ascoltaste un mio consiglio, cangereste d'abiti. Potete procurarmene degli altri? Ve ne posso dare uno dei miei. Un travestimento da donna? Ebbene, perchè no? Siamo di carnevale: accetto. Attendete un momento: vado a prepararvi quanto può occorrervi.
Fra i tremila cavalieri concorsi a quella festa con grande sfoggio d'abiti, colle più belle armadure che uscissero dalle fucine di Milano, con destrieri ferrati persino d'argento, v'erano comparsi molti Milanesi per fare la corte al giovinetto Bruzio, figliuolo naturale di Luchino Visconti, signor di Milano. Sono fra essi ricordati Giacomo Aliprando, Matteo Visconti fratello di Galeazzo e di Bernabò, che poi divennero principi; il Possidente di Gallarate, il Grande de' Crivelli, e sovra gli altri segnalato Franciscolo Pusterla, il più ricco possessore di Lombardia, e sarebbesi potuto dire il più felice, se la felicit
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