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Aggiornato: 4 giugno 2025


Ella era diaccia: un sudore gelido le veniva giù pel volto e le bagnava pur le mani, che tremavano convulsamente. Longo, sbalordito, la scosse: Signorina... signorina!... Che avete?... Non v'impaurite... Non vi voglio far niente... La giovane s'irrigidiva. De' conati di vomito la facevano sobbalzare sul cuscini, gli occhi gi

Non ti amo, , è vero! Non ti amo, perchè tu non mi hai mai amato! Non ti amo, perchè le parole che tu mi hai dette sono una fredda ripetizione di quelle che hai dette ad altri.... Abbandonata sul divano, con la faccia nascosta fra i cuscini, la baronessa reprimeva un'esclamazione di dolore straziante. È orribile!... È orribile!...

Un giornalista solo, martire del dovere, faceva quattro righe di resoconto, seminato di sbadigli eroici e di sbagli d'ortografia; gli altri dormicchiavano, sdraiati alla meglio sui cuscini di cuoio.

Appena furono dentro, De Nittis andò ad accendere la candela sopra uno dei comodini del letto, presso il quale era un antico inginocchiatoio di quercia con due piccoli cuscini di seta rossa per i gomiti e per le ginocchia.

Corse al letto del nonno, mandò per aria cuscini e coperte, afferrò il pagliericcio di sul quale non era poi molto che i becchini avevano levato un cadavere, lo scucì, ne fece cadere la paglia.... Trasalì.

Ma il Casalbara, nel letto, seduto, curvo, appoggiato a un monte di cuscini, non pareva commuoversi a tanta devozione, a tante amorevolezze. Egli fissava sulla moglie i grandi occhi sbarrati, iniettati di sangue, con una espressione strana, intensa di collera, di odio.

Appena il convoglio si mosse m'ero sdraiato lungo sui cuscini, facevo le viste di dormire lo sposo senza tanti scrupoli allacciò la vita della signora e cominciò a sussurarle certe parole... che parevano baci. E lei ci stava..... Non c'è per me spettacolo più avvilente di questo. Alla prima fermata, m'alzai risoluto e feci per discendere.

Nel letto di ferro sotto al gran crocefisso tra due reliquari a fili d'argento, sostenuta da un monte di cuscini, giaceva l'ammalata col viso e le mani scarne abbandonate, che parevano di cera. Aveva gli occhi chiusi: li aprì appena entrarono i figliuoli. Madre mia.... madre mia.... gridò don Bastiano correndo verso il letto. Ma si fermò sbigottito.

Ella aveva compreso a un tratto. Si volse con un moto rapido, si torse tutta su i cuscini per guardarmi; e io rividi, per quella torsione violenta, il bianco de' suoi occhi, la sua gengiva esangue. Giuliana! balbettai, senza sapere che altro dirle, chinandomi verso di lei, temendo ch'ella venisse meno.

E come lo vide fuggire a gambe levate per l'Arenaccia, si levò quasi in piedi nella vettura, con un ultimo sforzo, e stese un braccio. Aiuto!... Aiuto!... Ricadde. Si ripiegò sui cuscini: v'annaspò con le dita raggranchite. E al sereno cielo che si popolava di stelle palpitanti e la vedeva morir sola, nella notte, levò uno sguardo disperato. Balbettò ancora: Mamma... mamma... E ricadde.

Parola Del Giorno

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