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Adagiato l'infermo nel letto, sopra un monte di cuscini, per sei giorni non doveva più moversi, per sei giorni parlare o cibarsi d'altro che di minestrine. Le imposte della finestra furono chiuse che a stento gli occhi avvezzi potevano vedere il nero profilo degli oggetti. Un'ombra, non una donna, vagolava assiduamente in quel buio Ernesta, col cuore traboccante, col labbro muto.

Mamma cara, mamma bella.... E il figliuolo nascondeva il capo nei cuscini. Poi venivano certi lunghi e paurosi silenzi che lo sgomentavano. Dimmi qualche cosa, mamma.... Ella faceva cenno che non poteva, chiudeva gli occhi, crollava il capo come stanca.

Ma questa frase ore d'inchiostro le faceva l'effetto di un gran buco nero nero, dove precipitassero Paolo Spada e l'amor suo, donde ella non potesse cavar più fuori l'amante, l'amore. Giacchè la paura più umile, più comune, che la teneva sempre, che la tormentava in segreto, era che Paolo Spada l'amasse poco, o non l'amasse punto. Non sapeva, ella, per quale paese dei sogni egli partisse, in queste sue ore tetre; neppur supponeva che vi fosse un immenso, interminabile, infinito paese dei sogni dove se ne vanno le anime dei poeti, degli artisti, dei sognatori: ma intuiva, così, semplicemente che Paolo Spada era ben lontano, lontano da lei e dal suo amore in quei momenti, e che quel corpo, abbandonato fra i cuscini, quel volto smorto e chiuso non avevano sentimento, volont

Distesa nel suo lettuccio, colle spalle affondate ne' cuscini, rimaneva ormai lunghe ore immobile, cogli occhi chiusi, colle mani piccole e bianche raccolte sullo scarno petto. Loreta le stava accanto continuamente.

La signora Rosa, fiorente come lui, fresca, d'una bellezza piena di salute e di luce, mi andava cacciando sigari in saccoccia e ammucchiava alcuni piccoli formaggi della sua fattoria sui cuscini del carrozzino. Perdonateci, professore... È cosa da poco... Siamo gente alla buona... Dunque, addio... balbettai Addio, Cataldo... Addio, signora Rosa... Il carrozzino si metteva in moto.

«Gualfardo, che lo comprese meglio di me, ed indovinò che voleva togliermi al supremo dolore di vederlo morire, strinse il mio capo sul suo cuore, e baciandomi in fronte, mi disse: « , Fulvia; dormi. Io ti sveglierò: e mi condusse alla poltrona, mi accomodò i cuscini, mi coperse con uno scialle, poi tornò presso il babbo. «All'istante il sonno mi vinse. Un sonno profondo, senza sogni.

Egli non vedeva più, fra le palpebre socchiuse, le sferette dell'orologetto, su cui ancora era fissato il suo sguardo; e tutto si era rallentato in lui, il pensiero e il sentimento, nel sonnambulismo di una indicibile, ma torpente amarezza. Era voltato sopra un fianco, con la faccia appoggiata ai cuscini di raso e le mani abbandonate lungo la persona.

Solo la povera vecchierella non sentiva, doveva sentire più nulla: in letto, sollevata fra un monte di cuscini, guardava tutti con quegli occhi sbarrati nel volto pallido e affilato.

Ah! cari esclamò Alberto abbandonandosi sui cuscini della vettura quel capo ameno di Merelli, quel simpaticone di un farmacista! Tanto per dire qualche cosa, per interessarsi anche lei a quello che interessava suo marito, Marta chiese: Sono tuoi amici? Merelli , Merelli fin dal ginnasio; abbiamo fatto la quarta e la quinta insieme.

Ce n'è una che mi piace tanto; si mette il cappellino davanti allo specchio, come si potrebbe far noi, si guarda con compiacenza, poi quando un'altra scimmia vestita da cameriera, le dice che la carrozza è pronta, sale in carrozza, una carrozzella colle ruote dorate, e tirata da due cani bardati con molta eleganza, si sdraia, sui cuscini con grande sussiego, tenendo colla mano l'occhialino, e di tanto in tanto facendosi vento con un gran ventaglio.