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Poi, bene o male, ho scritto quasi un centinaio di novelle, una cinquantina di fiabe, due romanzi, Profumo e La Sfinge, e parecchi altri volumi di critica letteraria dove ho chiaramente espresso il mio credo artistico. Da questa varia produzione, qualunque sia il giudizio che voglia darsi intorno al suo valore, appare evidente che unica mia cura è stata sempre quella di raggiungere la maggiore sincerit

Ma come fregiarsi di quei ricchi doni senza incorrere nella severa critica, attesa la povert

La vita e le opere dell’imperatore Giuliano sono assai studiate dalla storia e dalla critica moderna, e ricca è la letteratura che si occupa di lui.

Edoardo Boutet portava qualcosa di nuovo, di speciale nella critica drammatica: la perfetta conoscenza dei misteri del palcoscenico. Di rimpetto a lui, gli appendicisti del lunedì di dieci anni avanti sembravano persone impettite, troppo serie, quasi accademiche. Egli era uno sbarazzino e nello stesso tempo uno che credeva, che si infiammava, e che talvolta arrivava fino ad assumere atteggiamenti apocalittici, fino a far intravvedere che tra la critica teatrale e lui egli supponesse un'assoluta identit

Ad onta di questa critica, che gi

Ma quando Firenze cadde, dopo l'eroica resistenza, per l'ultima volta sotto i Medici, lo spirito politico cominciò ad osteggiare il Principe, prendendolo per un codice vero della tirannide, e l'evidente intenzione consigliatrice e scientifica del Macchiavelli parve infame. Il secolo cominciava a mutare: la morte politica aveva messo nell'anima di Firenze qualche reazione di vita morale. Del resto la pretesa del libro di essere un trattato, la sua stessa forma, la contraddizione che nello spirito del Macchiavelli l'aveva prodotto, dovevano essere un problema insolubile fino a quando la critica moderna ricostruendo il cinquecento e comprendendone il carattere per mezzo della prospettiva e del raffronto cogli altri secoli, potesse assegnare all'arte ciò che vi si oppugnava come scienza, spiegando nel Macchiavelli le antitesi della sua natura amalgamate colle contraddizioni del suo tempo. Certo per la gente volgare, che divide gli spiriti in categorie, riuscir

Chi siete? Fleno Io ero e sono... Fleno, il re discacciato da Zano. Una delle Fanciulle ... ora mi rammento di avervi visto una volta in funzione. Fu il giorno in cui cadeste da cavallo. Fleno Oh, non mi parlate di quel cavallo!... Era un asino! Arunto ... Mi scuserai se t’ho fatto un po’ di critica.... Vuoi che io rettifichi? Fleno

Le sue Storie Fiorentine non s'alzano troppo come metodo e concetto sulle cronache donde sono tratte, non iniziano critica, non hanno principio filosofico, non intendimenti elevati. Tutti i difetti e i pregi artistici del Macchiavelli vi si accoppiano con troppo maggiore prevalenza dei primi.

Evidentemente la cosa non poteva andare diversa nello spirito del Macchiavelli. Quelle scorrerie attraverso la storia di Tito Livio prodotte dalla sua passione per la politica del tempo nella quale era stato battuto, dovevano conchiudere a un'impresa. La sua critica senza metodo scientifico non era che una riflessione circoscritta nei fatti storici e animata dai loro sentimenti. Macchiavelli osservatore artistico della politica e da essa trascinato a diventarvi attore subalterno aveva dovuto naturalmente prendere la propria facolt

La marchesa ritorse gli occhi, e lasciò cadere lo braccia con significante abbandono onde io, vedendo a che mirasse lo stratagemma, anzichè espormi a qualche imbarazzo, prevenni lo svenimento e uscii dalla sala. Confessione generale d'un Critico Gravi considerazioni m'inducono ad abbandonare per sempre il campo della critica.