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Aggiornato: 16 giugno 2025


Nel discorso che tenne il medesimo re di Persia con l'arcivescovo di Naschirvan prima della loro partenza, fu sopra ogni altro principe della cristianit

Di Calisto III successore a Niccolò sono notabili queste cose: dimenandosi invano a rintuzzare la ferocia del Turco ebbe in sorte vedere sorgere quel miracolo di valore di Giovanni Uniade a dargli la fiera battitura di Belgrado: ma se inetto ei si mostrava a combattere solenne perturbatore della cristianit

Buoso sorrise, e traendo una borsa disse: «Questa parmi troppo grande vergogna per Cavaliere come voi! Voi non conoscete i fiorini che sono la più bella moneta che si batta per tutta Cristianit

S'immagini un po' il lettore la nostra situazione, in quell'atmosfera soffocante, e a quella polvere, che ci ridusse in pochi momenti in uno stato veramente deplorevole; di più si aggiunga lo spettacolo non troppo gradito che ci si presentava alla vista dall'unico finestrino, pel quale prendeva aria questa stamberga; un andare e venire di barche su cui facevano bella mostra di loro tutte le faccie più proibite della Cristianit

XIV. Russia. L'Italia che dianzi aveva tutti contro di , oggidì pare che abbia tutti per cospiranti; nemici tra loro, o sospettati di poter domani diventare nemici, in ciò solo unanimi stupendamente: Prussia e Francia, Inghilterra e Russia. Anche Russia chiede un congresso; altri dice per la Turchia, cioè per la cristianit

C'era anzi tutto il volgo ignorante degli uomini avvezzi a millantare le più arrisicate dottrine, in quella che lasciavano le loro famiglie pensare a operare in tutto altrimenti: spregiudicati a parole, liberi pensatori senza sapere che cosa pensare, audacissimi mangiatori di grasso in venerdì e sabato, ma fuori di casa, e destinati a diventare la gente più divota e insieme la più codina della cristianit

Senonchè peggiorando le condizioni dei Veneti nell'isola di Candia, la repubblica che aveva, si può dire, quasi invano chiesti sussidii ai principi della cristianit

Come Tibaldo sarebbe stato stupito! La sua voce tremolava. Ella si fece seria, udendo quelle parole dette seriamente. S'internarono in un viale: camminando adagio, ad una certa distanza l'uno dall'altro. Giorgio era deciso a parlare d'amore; a dirle tutto; non sapeva più tacere; i profumi della sera lo inebriavano, la guardava fissamente e non poteva togliere lo sguardo dai suoi bruni capelli che l'aria agitava di momento in momento, da quelle guance rosee, ombreggiate dalle lunghissime ciglia, da quegli occhi per la prima volta abbassati. Mille parole gli venivano alla bocca, ma non le pronunziava; pensò che alcuni lo credevano un seduttore e gli venne quasi voglia di ridere, pensò più che mai a tutti i don Giovanni passati e presenti, ai suoi amici di Parigi, al suo cameriere che lo proclamava il più bel gentiluomo della cristianit

«Messer rispondeva Riccardo. «Sicchè, com'io vi diceva, stava in questa stanza, e vi potrebbe essere anche adesso.... e perchè no? Egli morì giovane, mi ricordo, giungeva appena a cinquantasei anni.... e vivo io grazie al cielo, che ne ho sessanta, e sono un vassallo, poteva bene viver egli che ne aveva cinquantasei, ed era il più potente signore di tutta Cristianit

Le domando mercè, madonna, se commisi la sbadataggine di dispiacerle, peritoso risponde l'abate inchinando la duchessa, perocchè la sensazione, giusta le dottrine dell'apostolo Aristotile, è una potenza passiva cangiata dagli oggetti esterni; ed io aveva perduto di vista che ella è sorella del principe. Ma non voglia però, bella duchessa, punirmene col negarsi di afforzare le mie parole di pace tra monsignore suo marito ed il principe; da poichè vado sicuro che entrambi non saprebbero resistere ai voleri della più bella e valorosa dama di cristianit

Parola Del Giorno

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