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Aggiornato: 27 giugno 2025
Io vidi più folgór vivi e vincenti far di noi centro e di sé far corona, più dolci in voce che in vista lucenti: così cinger la figlia di Latona vedem talvolta, quando l’aere è pregno, sì che ritenga il fil che fa la zona. Ne la corte del cielo, ond’ io rivegno, si trovan molte gioie care e belle tanto che non si posson trar del regno;
Come capo dei Riformati aveva egli resistito con forza e genio al Richelieu, il quale poté fargli perdere il favor della corte, ma non la reputazione di capitano eccellente. Colla quale e con 12.000 pedoni e 1.500 cavalli passò per Basilea e Sangallo fin a Coira e preceduto da un proclama (gi
e così nulla fu di tanta ingiura, guardando a la persona che sofferse, in che era contratta tal natura. Però d’un atto uscir cose diverse: ch’a Dio e a’ Giudei piacque una morte; per lei tremò la terra e ’l ciel s’aperse. Non ti dee oramai parer più forte, quando si dice che giusta vendetta poscia vengiata fu da giusta corte.
La mattina del 21 giugno, lasciamo il colle di Gafat, questa residenza reale dove provammo tante emozioni e tante soddisfazioni, e accompagnati dai Naretti e da qualcuno della Corte che ci vogliono scortare per breve tratto, proseguiamo verso ovest, rifacendo in parte la strada fatta nel venire, e ci fermiamo un'ora prima del tramonto presso un villaggio all'altezza di 2000 metri, dove malgrado gli ordini del re ci rifiutano qualsiasi ospitalit
Non saprei dirvelo. Le cronache raccontano che fu portata innanzi alla corte d'amore di Pierafuoco e di Signa; ma non ci recano la sentenza che ne fu data.
I miei occhi si fermarono a contemplarlo con simpatia... Sentii una leggiera vampa di rossore salirmi alle guancie e il contino, illudendosi sulle cause del mio turbamento, si credette in obbligo di farmi la corte...
57 In capo d'otto o di più giorni in corte venne inanzi a Ginevra un viandante, e novelle arrecò di mala sorte: che s'era in mar summerso Ariodante di volontaria sua libera morte, non per colpa di borea o di levante. D'un sasso che sul mar sporgea molt'alto avea col capo in giù preso un gran salto.
SENECA Bada, Neron; piú che ingannar, t'è lieve Roma atterrir: l'uno assai volte festi; l'altro non mai. NER. Ma, di te pur mi valsi ad ingannarla io spesso; e a ciò pur eri arrendevole tu... SENECA Colpevol spesso anch'io: ma in corte di Nerone io stava. NER. Vil servo... SENECA Il fui, finch'io mi tacqui; or sorge il dí, ch'io sciolgo a non piú intesi detti libera lingua.
In corte io conosco tali, che sicuramente vi darebbero favore; e so che voi trovereste i cardinali Francesco Sforza e Maffeo Barberini dispostissimi a secondarvi... Questo sarebbe qualche cosa... E come dovrei presentarmi io a cotesti porporati? Andate franco; voi li troverete informati di tutto .
Il governatore di Pozzuoli trovavasi sul luogo dello sbarco, e in una magnifica carrozza di corte a lento passo si percorse la citt
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