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Aggiornato: 17 giugno 2025
Uno scroscio d'applausi salutò le generose parole. Non applaudivano solo i puri, i sinceri, gli ingenui: quelli ch'erano stati a vicenda corruttori e corrotti, quelli che avevano sollecitato e ottenuto, quelli che avevano promesso e fallito agl'impegni, quelli che avevano mercanteggiato il voto, quelli che si erano inchinati alla vilt
Ma in Italia, sedia sempiterna e reale del papa, sedia nominale e troppo a lungo de' nuovi imperatori, gli urti furono immediati e infinitamente piú sentiti; fu sentita e segnata di sventure e sventure ogni elezione d'imperatore, ogni elezione di papi; e ne sorsero cattivi e stranieri imperatori, cattivi e simoniaci e corrotti papi per oltre a due secoli; e poi papi grandi e grandissimi sí, ma allora le contese della Chiesa e dell'Imperio, le parti guelfa e ghibellina, la debolezza d'Italia, Italia aperta a nuovi stranieri, Italia divisa, anche dopo caduto ogni nome d'imperio, tra nazionali e stranieri.
Ah! La donna!.. I miei lettori avranno osservato che io non l'ho punto risparmiata ai Francesi, che io ho detto di loro tutto quello che sentivo, che ho esposto alla libera le mie impressioni sul loro contegno, e che l'ho chiamati degeneri, corrotti, indegni della fama che si erano scroccati in Europa, ma in quanto alle donne bisogna convenire, che avevano tutta l'abnegazione, tutti i riguardi, tutte le doti, tutte le delicatezze di una madre, e tutto il coraggio delle donne spartane: coraggio che le ha spinte a curare in prima fila i feriti, e che poi ha fatto loro incontrare la morte sulle barricate, quando Thiers ha iniquamente schiacciato e soffocato nel sangue la generosa Parigi.
Tutti i popoli dell'Occidente guardavano ora all'Imperatore come al capo della universale Repubblica e al legittimo giudice della Chiesa, il quale doveva chiamarla dinanzi al suo tribunale supremo per sentenziar sui corrotti pontefici. Gerson e Pietro d'Ailly presero il posto occupato un tempo, ma in un cerchio ben più ristretto, da Marsilio da Padova e dai suoi compagni di lotta. Il Concilio si erigeva sul pontefice: Sigismondo lo convocò, come re dei Romani, a Costanza. Questo grande Concilio, che, per l'autorit
In seguito alle infami depravazioni della corte di Luigi XIII, non è sorprendente che gli uomini corrotti, che circondavano Luigi XIV prima della sua maggiorit
«Corrotti i costumi, dice un giudizioso autore³², non v’ha più famiglia, non affetti domestici, non più pace e confidenza nel commercio della vita; ma solamente mistero e perfidia sotto il medesimo tetto paterno». Il matrimonio quale venne stabilito da Dio all’aurora del mondo, era naturalmente contrario ad ogni specie di disordine e di licenza: pure, malgrado il diluvio, la corruzione generale fece di bel nuovo sì rapidi progressi, che al tempo di Mosè non solamente si commettevano laidezze brutali, ma gli atti più osceni erano divenuti presso molti popoli parte essenziale del loro culto religioso.
Al ragionar furente di Marfisa, bizzarro ed empio e scandaloso e forte, disse all'altre sorelle in questa guisa e alla badessa, c'ha le luci torte: Suore, scorgete mai ch'ella è divisa dal pensar dritto? usciamo delle porte, e lasciatela in pace, ché i rimbrotti fan mal peggiore ne' cervei corrotti.
Il Paese ricorda da quando il Governo del padre del vostro re spargeva in Genova, nel 1832, voce nelle caserme di veleni destinati al presidio che calunnie siffatte ricomparvero a ogni minaccia di moto, a ogni paura che la coscienza dei vostri falli vi suscitò dentro; chiarite poco dopo menzogne architettate ad aizzare i pregiudizî d'una o d'altra classe di cittadini contro i vostri avversarî. Il Paese e per Paese non intendo le poche centinaja di raggiratori che servono oggi, lucrando, voi, e servirebbero noi domani se potessimo mai accettarli, ma i milioni di onesti cittadini che possono essere talora traviati, non corrotti e calunniatori conosce voi e comincia a conoscere noi. Quei milioni hanno veduto voi escir dal potere impinguati di facolt
"Maledizione! Maledizione!" rimbombò per più minuti l'ampia volta delle ruine, ed il tintinnio de' ferri cozzanti, faceva riscontro al clamore delle voci; terribile musica all'indirizzo de' corrotti e scellerati padroni di Roma. "Silvio! ripigliava Attilio questa fanciulla più infelice che colpevole, abbisogna di protezione e tu generoso non gliela niegherai.
Imperocché i pochi eletti della popolazione romana sanno ciò che si possa aspettare dai settantadue tanto più corrotti e lascivi quanto più son ricchi e potenti non mirano alla bellezza ed all'innocenza che per profanarle.
Parola Del Giorno
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