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Aggiornato: 5 giugno 2025
Marzia, che abbiam lasciata fuggente dalla sua cella dopo d'aver atterrato e quasi strangolato il gesuita dominata ancora dal parossismo di disperazione in cui l'avea condotta il perverso colle diaboliche insinuazioni, avea conservato però presenza di spirito sufficiente per impadronirsi del mazzo di chiavi attenenti alla chiave della propria cella, e profittando della confusione suscitata da Cozzo e compagni nel loro assalto, si accinse ad aprire quante celle le capitarono nel corridoio piene tutte di prigionieri e per fortuna indovinò nelle stesse quelle delle sue compagne.
Io l'ho a mala pena intravveduta dall'uscio che avevo aperto a mezzo, senza levar la catena. Risposi che i Salvani stavano all'altra porta, in fondo al corridoio, e richiusi l'uscio. Tuttavia, rimasi qualche minuto ad origliare, per sincerarmi se entravano dalla signorina Maria.
No, signora, è quella più vicina alla vostra: come farò a tornare nella mia stanza? Per tutto l'oro del mondo non vorrei più traversare il corridoio.» Emilia, commossa da questo incidente, e dall'idea di dovere esser sola tutta la notte, le rispose che poteva stare con lei. «Oh! no, davvero,» disse Annetta, «io non dormirei ora in questa camera, neppure per mille zecchini.»
Dal fondo del corridoio venivano dei gemiti interrotti, del mormorii vaghi che andavano man mano crescendo per poi morire improvvisamente come se colui che li avesse emessi fosse d'un sol colpo morto. Chi è? chiese ella spaventata. Il prigioniero che muore di fame, rispose il dongolese. Miserabili!... Il greco così ha voluto. Tira innanzi, disse Elenka con aria minacciosa.
Così dicendo, proseguì fino in fondo al corridoio, dove era l'ingresso laterale alla chiesa. La chiesa, come sapete, era stata convertita in biblioteca. Tra la chiesa e il capitolo c'era la sagrestia. Il padre Prospero entrò dunque in biblioteca, sperando di trovare col
Vi si saliva per lunghissima e tortuosa scala che metteva capo in un corridoio, alla cima del quale era una finestra ed una porta. La porta introduceva al bugigattolo di Laidulfo; la finestra dava sulla corte. La persona che vi era restata, guardava tutto attento una processione; perchè di rincontro a lui, ad un angolo della corte, si vedeva aperta una cappella o chiesetta.
Nell'aprir la porta, intese alcune voci, e vide un lume in fondo al corridoio. Era Annetta con un'altra serva. «Ho piacere che siate venute,» disse Emilia; «qual cagione vi ha trattenute tanto? Favorite di accendere il fuoco. La padrona aveva bisogno di me,» rispose Annetta un poco imbarazzata. Vado subito a prendere le legna. No,» disse Caterina, «è incombenza mia.» Ed uscì.
«Procuriamo prima di sapere ciò ch'essa ha inteso,» disse uno di loro. «Da quanto tempo eravate nel corridoio? Ed a far che?» le chiese colui. Assicuriamoci intanto di questo ritratto,» disse un altro, avvicinandosi a Bianca. «Bella signorina, con vostro permesso, questo gioiello è mio: datemelo, o ve lo prendo.»
Dire ruminava tra sè il signore allontanandosi nel corridoio, e riacceso un toscano per lasciare che la dama affondasse in pace i suoi dentini in quella anca rosata dire che circa vent'anni fa questa triste avventura della neve poteva essere fra i più saporiti ricordi della vita! Un mezzo toscano è spesso una grande consolazione, nella miseria.
Povero Gorreso! esclamò il D'Antella. Il principe in quell'istante arrivava nel corridoio e udì pronunziare fra le risa il suo nome. Fortunato, Venosa: egli è ora l'amante felice della principessa Enrica: una bella donna, Venosa, puoi vantartene.... e il marito partir
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