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Giunsero al circo di legno, grande, costruito ieri; lo fecero scendere in un corridoio sotterraneo, cieco, e gli offersero il pasto della morte: alcuni mangiarono; altri rifiutarono. Egli pure. Non avrebbe potuto inghiottire un boccone. Perchè non si era dato la morte l

Metteva a un lungo corridoio, conducente nel fondo dall'ala sinistra della casa. In fondo a quel corridoio trovavasi la sala verde, quella che conosciamo, la sala del pianoforte, il luogo favorito della povera Ida. Gli balenò al pensiero che, dopo il suo ritorno, non vi era mai stato. Dipendeva probabilmente da abitudine, poichè anche prima non usava andarvi.

Ma io stessa mi sentivo come lei: pallida e con la bocca sciupata. In fondo al corridoio, con fragore, una porta si spalancò. Era il vento. Le due candele si spensero. Il vento c’investì con impeto, quasi volesse attorcigliarsi ai nostri fianchi, strappare via le gonne dalle nostre cinture. Odette mi pose una mano sul braccio; disse, tra il vento:

Dall’invetriata ch’era nel fondo le stelle macchiavano il corridoio d’una luce fredda e verde. Non risposi. La vidi andar via rapidamente. Io restai qualche attimo ferma; il cuore mi batteva. Poi, siccome sentivo le mie trecce sciogliersi, andai, camminando su le stelle, a chiudere quella porta spalancata. Entrai nella mia camera senz’accendere il lume.

E così dicendo, il Collini s'inoltrò per due o tre camere fino ad un corridoio, che riusciva appunto sul terrazzo. La signora Marianna, che vedeva quasi sempre ogni giorno il Collini, lo lasciò andare, e dopo aver chiuso l'uscio e rimessa la catena, gli tenne dietro fino alla camera dov'essa accudiva alle sue faccende domestiche.

Emilia, rammentandosi d'aver udito gente sulla scala insistè perchè passasse la notte secolei, e l'ottenne con molta pena, e dopo che la paura di ripassare il corridoio ve l'ebbe persuasa.

Ed ora... Nancy era sola. ~Sola!~ Il silenzio le sussurrò all'orecchio la terrificante parola. ~Sola!~ Le desolate mura lo ripeterono... Poi l'universo parve urlarlo al suo spaventato cuore. Nancy si mosse come in sogno e s'avvicinò alla finestra. La strada era vuota. La casa era vuota. Il mondo era vuoto. Nancy traversò barcollando la stanza, e uscì nel corridoio.

Si entra per una porta di ferro, si trova un'altra porta di ferro e poi c'è ancora una porta di ferro. Dopo queste tre porte, c'è un corridoio basso e oscuro, dove bisogna passare coi lumi, e il pavimento è di marmo nero, le pareti nere, la vôlta nera, e l'aria ha odore di sepolcro.

Fu una sensazione deliziosa. Era una casa principesca di puro stile moresco con un piccolo giardino ombreggiato da filari paralleli d'aranci e di limoni. Dal giardino s'entrava nel cortiletto interno per una porta bassissima, e un corridoio appena tanto largo da potervi passare una persona.

Di senza perder tempo entrò nella finestra, per la quale si penetrava nell'interno dell'edifizio. S'incamminò per un corridoio che trovò aperto dinanzi, e in fondo a quello raggiunse il drappello dei forzati, al quale doveva unirsi. Il guardiano gli fece un segno segreto con cui gli confermò la sua connivenza. Curzio si confuse nel branco dei galeotti, e il guardiano li avviò innanzi.