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Aggiornato: 27 giugno 2025
Ell'aveva bensì commesso un fallo, ma il suo fallo non aveva conseguenze; con gli anni ell'avrebbe potuto dimenticarlo. Fugaci allucinazioni dei sensi! Era lei che soffriva, era lei che espiava! Andò a letto alle nove. La boccetta del cloralio era sul comodino. Ma nell'atto di vuotarla nel bicchiere parve alla Teresa che alcuno le fermasse la mano.
Nella camera chiusa, in quelle giornate di agosto, si soffocava; al mattino vi ronzavano pesantemente le mosche, attirate dalla zuccheriera scoperta sul comodino, dal bicchiere di aranciata, dallo sciroppo di codeina che stillava dal collo di una bottiglina e dall'odor grave di malattia che era nell'aria.
Quando la duchessa Maria e il duca Prospero erano venuti in campagna, avevano condotto seco anche la Giulia che, in quegli ultimi giorni, aveva dovuto abbandonare i Della Valle per casa d'Eleda. Era stato Prospero Anatolio a consigliare ed a voler così, non trovando nè conveniente, nè divertente per la ragazza, quel dover correre dietro a far da comodino fra marito e moglie.
Quando l'ho scritta, la rileggo, e mi pare che vada; la chiudo nella sua busta, e vado a deporla nella camera del signor Ferri, sul marmo del comodino, accanto al suo candeliere.
Ti ho fatto anche un piattino di rosticciana. Giacomo tornò a sorridere guardandola; e restando sempre seduto sulla sponda del letto, l'aiutò, mentre disponeva sul comodino il bicchiere, il piatto e la bottiglia; la cameretta era un buco, non c'era altro che il letto, un cassettone, una seggiola, un catino; nessun posto per mettersi a mangiare. Grazie, Cammilla.
V'erano altri piccoli cortili e corridoi e stanzuccie e gl'innumerevoli recessi di tutte le case orientali. Nelle stanze principali c'erano tappeti ricamati d'oro appesi alle pareti e materasse bianche distese sul pavimento. Non una seggiola, non una tavola, non un comodino. Si dovette far portare il mobilio dell'accampamento.
Appena questi fu solo, parve respirare più tranquillamente, e dopo pochi minuti stese il braccio verso il comodino, per afferrare un campanello che scosse leggermente. A quel suono, comparve nella camera il maggiordomo. Signor padrone, eccomi qui. Che cosa comanda? Padre Bonav.... cioè, il signor Bonaventura se ne è andato? Sì signore. Lo avete accompagnato fino al portone? Sì signore.
Quando andava in camera della mamma, le ravviava la rimboccatura del lenzuolo, le dava la cucchiaiata o accomodava le boccette delle medicine sul comodino. Ma ci voleva altro! Bisognava prendere una ragazzetta a servizio: non c'era rimedio. E questa nuova spesa dava una grande inquietudine al babbo, i cui guadagni erano appena sufficienti a mantener la moglie e la figliuola!
Dopo poco ero a letto; a letto, con una tazza di tisana a me vicina sul comodino, apprestatami dalla mia gentilissima ospite.
Fatto sta, che nello stesso istante, nel quale le campane cessano di suonare, il volto del dormiente prende l'antica espressione di terrore e le sue labbra si schiudono all'antico gemito doloroso, fugato dal suono dei sacri bronzi. Un infermo? No, che sul comodino non ci sono boccette di medicine, scatole con pillole, polverine. Ed allora?
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