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Aggiornato: 12 maggio 2025
Non lo vedi tu, che fa scrivere due lettere in un giorno, e ad un oscuro uomo come il tuo Damiano, dall'eccelso Gian Aloise Fiesco, potentissimo tra i signori d'Italia, ed amicissimo del re di Francia? Io, come dice frate Alessandro, faccio un ridosso ai Commentarii di Cesare: ma il vecchio di Violata vuol farne un altro alle Epistole di Cicerone, che son più di ottocento.
Dolenti note. Non avendo speranza di leggere un altro capitolo dei Commentarii di messer Bartolomeo Fiesco, che se ne va con buon vento alle coste di Spagna, cercheremo di dir noi brevemente quanto sar
Potete salire dietro a Polidamante, e presentarvi, e far le vostre ambasciate, senza interrompere i commentarii di Cesare. I commentarii.... Che dite voi, don Garcìa? Eh, sì, i commentarii di Cesare, come li chiama frate Alessandro. Sta bene, avevo inteso; riprese il Passano. Domandavo che diavolo è.
Bartolomeo Fiesco prese i suoi fogli in mano; tossì, com'era di rito, e poi disse: Frate Alessandro li chiama i Commentarii di Cesare; ma egli s'inganna a partito. Cesare raccontava le cose da lui medesimo operate, e con tanta fortuna; io le cose che ho viste accadere, e non liete, pur troppo. Quæque ipse miserrima vidi.... Et quorum pars magna fuisti; aggiunse prontamente frate Alessandro.
Tanto, un nuovo capitolo dei Commentarii non l'avrò in pronto se non per domani sera. Ah, bene, bene! esclamò Fior d'oro, battendo le palme con allegrezza infantile, mentre si avviavano alla caminata, dove li aspettava la mamma, ed anche la cena preparata. Filemone, hai detto?... E Bauci; aggiunse il capitano Fiesco.
Parliamo di cose allegre; disse ad un certo punto il Passano. Ne ho sentito una, che mi ha riempito di giubilo. Voi scrivete i vostri commentarii, capitano? Chi te lo ha detto? Sei arrivato ora, e gi
Dopo questo preambolo il capitano Fiesco incominciò la lettura dei suoi Commentarii, al capitolo XXV: Di quel che seguì alla Giamaica, come ne fu partito il Mendez col Fiesco.
XXII. La detta relazione pare però che non fosse sconosciuta al Ramusio ed all'autore dei Commentarii del viaggio in Persia di Caterino Zeno. 1463, die 2 Decembris.
A quel tempo risale la prima storia delle piene del Tevere, scritta dall'auditore di Clemente VII, Ludovico Gomez, stampata a Roma nel 1531. Essa è la base di ogni posteriore lavoro sull'argomento. De prodigiosis Tiberis inundationibus ab urbe condita ad annum MDXXXI. Commentarii Romae apud F. Minutium Calvum, Anno MDXXXI, in-4.
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