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Vita bestial mi piacque e non umana, si` come a mul ch'i' fui; son Vanni Fucci bestia, e Pistoia mi fu degna tana>>. E io al duca: <<Dilli che non mucci, e domanda che colpa qua giu` 'l pinse; ch'io 'l vidi uomo di sangue e di crucci>>. E 'l peccator, che 'ntese, non s'infinse, ma drizzo` verso me l'animo e 'l volto, e di trista vergogna si dipinse;

Opera naturale e` ch'uom favella; ma cosi` o cosi`, natura lascia poi fare a voi secondo che v'abbella. Pria ch'i' scendessi a l'infernale ambascia, I s'appellava in terra il sommo bene onde vien la letizia che mi fascia; e El si chiamo` poi: e cio` convene, che' l'uso d'i mortali e` come fronda in ramo, che sen va e altra vene.

Dal 'voi' che prima a Roma s'offerie, in che la sua famiglia men persevra, ricominciaron le parole mie; onde Beatrice, ch'era un poco scevra, ridendo, parve quella che tossio al primo fallo scritto di Ginevra. Io cominciai: <<Voi siete il padre mio; voi mi date a parlar tutta baldezza; voi mi levate si`, ch'i' son piu` ch'io.

mi diparti' da Circe, che sottrasse me piu` d'un anno la` presso a Gaeta, prima che si` Enea la nomasse, ne' dolcezza di figlio, ne' la pieta del vecchio padre, ne' 'l debito amore lo qual dovea Penelope' far lieta, vincer potero dentro a me l'ardore ch'i' ebbi a divenir del mondo esperto, e de li vizi umani e del valore;

ne' quando Icaro misero le reni senti` spennar per la scaldata cera, gridando il padre a lui <<Mala via tieni!>>, che fu la mia, quando vidi ch'i' era ne l'aere d'ogne parte, e vidi spenta ogne veduta fuor che de la fera. Ella sen va notando lenta lenta: rota e discende, ma non me n'accorgo se non che al viso e di sotto mi venta.

Tu con la tua virtù non solo allumi, non solo incendi quel che fuor si scorge, ma dove umana vista non discende, dentro passando, fai pregno il terreno di tal semenza ch'i terrestri germi producon d'ogni intorno e fronde e fiori, onde si veston le campagne e i poggi. Sorgi sol del mio sol sola sembianza.

ma riconoscerai ch'i' son Piccarda, che, posta qui con questi altri beati, beata sono in la spera piu` tarda. Li nostri affetti, che solo infiammati son nel piacer de lo Spirito Santo, letizian del suo ordine formati. E questa sorte che par giu` cotanto, pero` n'e` data, perche' fuor negletti li nostri voti, e voti in alcun canto>>.

Se cosi` fosse, in voi fora distrutto libero arbitrio, e non fora giustizia per ben letizia, e per male aver lutto. Lo cielo i vostri movimenti inizia; non dico tutti, ma, posto ch'i' 'l dica, lume v'e` dato a bene e a malizia, e libero voler; che, se fatica ne le prime battaglie col ciel dura, poi vince tutto, se ben si notrica.

E Sordello anco: <<Or avvalliamo omai tra le grandi ombre, e parleremo ad esse; grazioso fia lor vedervi assai>>. Solo tre passi credo ch'i' scendesse, e fui di sotto, e vidi un che mirava pur me, come conoscer mi volesse. Temp'era gia` che l'aere s'annerava, ma non si` che tra li occhi suoi e miei non dichiarisse cio` che pria serrava.

e temo che non sia gia` si` smarrito, ch'io mi sia tardi al soccorso levata, per quel ch'i' ho di lui nel cielo udito. Or movi, e con la tua parola ornata e con cio` c'ha mestieri al suo campare l'aiuta, si` ch'i' ne sia consolata. I' son Beatrice che ti faccio andare; vegno del loco ove tornar disio; amor mi mosse, che mi fa parlare.