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Aggiornato: 13 luglio 2025
E poi il tormento, la tortura di dover assistere alla gioia degli altri col viso sereno e l'inferno nel cuore, di dover essere spettatore della festa, della cerimonia forse!... E la paura di tradirsi!... Avrebbe egli saputo tacere all'ultimo momento, comprimere i battiti del suo cuore, rattenere le lagrime dagli occhi?
La cerimonia non fu lunga ma semplice, patriarcale, al cospetto della maggior parte di quei prodi romani, che facevano corona alla bellissima coppia.
E il vostro e quello di Tuccio mi saranno carissimi. Tuccio di Credi, così chiamato a parte della gioia di Spinello Spinelli, lasciò di macinar colori, per rispondere col suo accento grave, che pareva scaturire dagli abissi: Siate felice! E voi mi sarete compagni alla cerimonia, non è vero? ripigliò Spinello, che era avvezzo al tono di voce dell'amico Tuccio e non doveva farne più caso.
Questa cerimonia li consacrava al ministero santo e li dichiarava appartenenti a Dio e ai sacerdoti.
La cerimonia funebre d'un uomo sì caro alle Scienze, alle Lettere, alle Arti, alla patria, non ebbe alcun corredo di pompa. Egli fu accompagnato alla tomba da pochi scienziati, letterati ed artisti che gli erano legati da gratitudine, rispetto ed amicizia; e noi, disturbati dalla febbre, l'abbiam veduto portato sulle spalle lentamente oltrepassare il limitare per non varcarlo più mai.
Fabio scese le scale tutto lieto di quell'incombenza. La sua più viva ambizione era sempre stata quella di essere redattore di un giornale, e di un giornale influente. A forza di portare la notizietta, il resoconto di un ballo, la descrizione di un matrimonio, era riuscito a farsi strada in alcuni giornali, e aveva degli amici fra i redattori, ma non aveva mai potuto mettere il nome di un giornale sulla sua carta di visita, non era mai potuto entrare a un teatro gridando alla maschera il nome di un giornale, non era mai stato delegato a rappresentare un giornale in un banchetto politico, in una commemorazione, in qualche solenne cerimonia. Ora tutte queste aspirazioni stavano per realizzarsi; ora la parte di cronista, come romano, gli spettava quasi per diritto. Eppoi in quel contratto di vendita egli avrebbe guadagnato qualcosa e Fabio aveva sempre e poi sempre in mira l'interesse in ogni atto della vita. Non potendo avere ideali sognava il benessere materiale, l'appagamento di ogni desiderio; egli era nato con l'istinto della mediocrit
Allora ella venne a me con un viso così dolce e grave, mi posò le mani su le spalle e mi mormorò all'orecchio: Sì, caro, anche il padre tuo, anche la mamma tua. Sono qui. Li amo tanto. Uscii insieme a Steele per intendermi col parroco circa l'ora della cerimonia nuziale. Io ero sotto l'incubo di una preoccupazione gravissima.
Il capo dei Fieschi, in persona, l'eccelso conte Gian Aloise, aveva lasciato Genova e la sua reggia di Vialata, per assistere alla cerimonia, per condurre egli stesso quella regina del nuovo Mondo all'altare. E bella come il sole, poichè non si poteva trovare un paragone più alto; e buona come il pan di Natale, e dotta come un libro stampato.
Un mattino, io entrai nella sua camera mentre egli si fregiava delle sue decorazioni per andare ad assistere a non so qual matrimonio o cerimonia alle Tuileries. Il piccolo mobile in ebano, incrostato in oro, che è al suo capezzale, era aperto. Mi avvicinai e scorsi, sotto un compartimento semi-aperto, un quadrante in ismalto, ove sono segnate tutte le lettere dell'alfabeto.
Il principe si avvicinò quasi tremante alla bella donna Maria, che gli sorrise come sapeva sorridere. Come l'ama! pensò la duchessa. Indegno! E quella povera ragazza... Il duca, che certamente non si divertiva molto e voleva affrettarsi, disse che si poteva recarsi tosto nella cappella del palazzo ove tutto era pronto. E così si fece. La cerimonia religiosa fu molto lunga.
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