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Aggiornato: 14 giugno 2025


Tutti, sentendo dentro le viscere romorii cupi, si mettevano a tremare e a battere i denti; si guardavano in volto l’un l’altro; si allontanavano a rapidi passi; si chiudevano nelle case. Le cene rimasero intatte.

Il giovane non domandava di meglio. Entrarono nella sala delle cene: vi erano molte tavole apparecchiate. Diana li raggiunse mentre favellavano sotto voce: la principessa aveva sulle labbra il suo sorriso diabolico e il Venosa tremava, socchiudeva gli occhi come se facesse un sogno di volutt

Il fratel mio giá vidi cader fra le notturne tazze spento; scritto in note di sangue a mensa anch'era d'Agrippina l'eccidio: ognor la prima vivanda è questa, che a sue liete cene imbandisce Neron; le palpitanti membra de' suoi.

Che avrai?... Le splendide Feste e i conforti Di laute cene: Spumanti calici Che gettan fiamme Dentro le vene: Tumulti d’orgie, Notti di baci Bassi e sapienti: Lunghe ore d’ozio, Corse di fieri Cavalli ardenti: Di fibra e d’anima Il raffinato Delirio intenso: Labbra d’etèrie, Larve d’amore, Spasmo di senso.

Intanto gli eroi de' fuggitivi amori continuarono allegre cene, e trionfi galanti; e parecchi n'andarono invidiati, e alcuna fra le regine della moda e della bellezza non isdegnò il corteggio de' più giovani e più fortunati di que' conquistatori.

Il soffio terribile della rivoluzione era passato sul suo capo senza abbatterla; le guerre dell'Impero l'avevano rispettata. Dopo le cene della Reggenza, aveva assistito ai bagordi del Direttorio; tra le sue mura si era udito imprecare contro il Buonaparte (come i sostenitori dell'antico stato di cose chiamavano l'imperatore), ed ora nella prima met

Qui a Milano ci sono dei giovani, così detti del buon genere, che buttano via il tempo, la salute e i quattrini in cavalli, in cene, in ball... in baldorie, in frascherie insomma, e che so io. Io non ho davvero queste intenzioni disse Enrico seriamente. In collegio mi hanno insegnato che cosa si deve fare per diventare un uomo che possa far onore al proprio paese.

E vorrebbe rivivere Per diventar dottore, L'esilarante arguzia Soffocando nel cuore... Per poi forse rimpiangere, Fatto vecchio, le cene Rubate al ventre... dalle pergamene! Viviam!... Dei desiderii È la turba infinita; Per soddisfarla gli uomini Troppo breve han la vita!... E vivesser coi secoli Convien che il labbro gema: "Noi siamo affranti...o la turba non scema!"

La stessa padrona di casa, e dietro a lei due brave comari entrarono a un punto; portava quella una capace marmitta di fumante risotto, che suol fare le delizie delle cene carnevalesche; e queste due gran piatti, sull'uno de' quali un monte di salame e di salsiccie, sull'altro un grosso pollo d'India arrostito: ne veniva a tutti l'acquolina alla bocca, e poco mancò che al profumo ne sdilinquissero nonne, zie e mammine.

Invece, coll'odio nell'anima, facendo sacramento a stesso di far scontare al marchese quella sua beffa temeraria, corse a casa, si buttò sul letto, pianse di rabbia, ma promise a stesso di aspettare il momento propizio. La stagione delle danze, dei teatri e delle allegre cene era terminata.

Parola Del Giorno

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