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Aggiornato: 27 maggio 2025
A Borghignano il fior fiore dell'aristocrazia mascolina era rappresentato dai fratelli Tangoloni de Lastafarda, che godevano molto credito ed erano molto invidiati perchè si vestivano a Milano, perchè avevano amici a Milano, perchè partivano per... o arrivavano da Milano, ogni altro giorno. Erano sempre insieme, questi due. vestivano collo stesso taglio e colle stesse stoffe dello stesso colore, all'inglese, ed erano cretini, tutti e due, alla Nazionale. Il più giovane certo, aspettando il suo turno, faceva intanto da moretto al maggiore. Il maggiore dei Tangoloni diceva una qualche spiritosaggine? Il minore correva a ripeterla nei salotti e nei palchetti. Il maggiore faceva la corte ad una signora?... Il minore, in segretezza, spifferava la gran notizia a tutta Borghignano, e spesse volte, per l'onore della famiglia, aggiungeva di suo. Tangoloni seniore parlava col prefetto? Allora Tangoloni iuniore andava raccontando al club e al caffè: mio fratello discorrendo col prefetto lo ha consigliato a... oppure: il prefetto, trovandosi con mio fratello, gli ha confidato che... e così via, di seguito. Del resto i Lastafarda erano ricchi, di buona nobilt
Intanto gli eroi de' fuggitivi amori continuarono allegre cene, e trionfi galanti; e parecchi n'andarono invidiati, e alcuna fra le regine della moda e della bellezza non isdegnò il corteggio de' più giovani e più fortunati di que' conquistatori.
Ammirati, salutati, invidiati dalla poveraglia, che andava in giro limosinando alle porte: come furono al piano pigliarono la via più amena, che era quella in sulla riva del torrente; e sempre dell'istesso andare, dissipando il fumo delle pipe e quello dei cervelli, s'allontanavano dal borgo, a seconda dell'acqua.
E questo inasprimento delle due parti inevitabili, fu giá un primo gran male senza dubbio. Ma fu secondo, che, cacciati i primi nobili, e sottentrati al posto loro i popolani grassi, diventando principali, nobili essi, essi pure furono invidiati, prepotenti, cacciati né piú né meno. E cosí dopo questi secondi, i terzi, i quarti interminabilmente.
Ora, cosí facendo dopo quattro tali anni, io v'avevo due soli modi schietti: primo, ristampare esattamente il mio testo del 1846, per serbare cosí intiero quel poco di merito o di fortuna che poté essere allora a prevedere e suggerire qua o lá alcuni «invidiati veri». E confesserò che, oltre alla pigrizia, la mia vanitá letteraria, od anche politica, mi fece pendere a tal modo.
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