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Aggiornato: 3 luglio 2025


N. Colajanni: Il socialismo. Catania 1884 p. 350 a 352 e 393. Al generale Corsi, che paragonò la Sicilia a una mina gi

Così scriveva il dottor Cipriano a personaggio autorevole nell'Ateneo di Catania, e nel chiuder siffatta lettera delatrice uno strano sorriso gli sfiorava le labbra. Suggellò il foglio, scosse il campanello e al chiamato lo consegnò dicendo: Mettila subito in posta. Sar

Questo manoscritto si rinvenne in una cella del monastero dei Benedettini di Catania, il giorno che un tedesco ospitato e affetto da una mite pazzia, fu trovato cadavere informe sulla spianata del campanile, dove la sua caduta dall'alto della cupola era stata arrestata.

Lasceremo quindi Catania per lungo tempo, onde più facilmente vincere il ricordo di tante scene penose.... Conte, ora devo pregarvi a perdonare i dispiaceri, le tante noje che vi ho cagionate colla missione affidatavi. Che dite, donna Livia?...

A dimostrare l'accordo per la rivoluzione tra De Felice e i clericali si invoca una lettera di presentazione dell'Avvocato D'Agata di Catania all'avvocato Menzione di Napoli; ma non si procede contro chi l'ha scritta, non si procede contro colui cui è diretta e se ne fa una colpa al deputato socialista, che... non la presentò.

L. Macchi, vice presidente del Fascio di Catania, ritenuto il più fedele interprete di De Felice, in data del 31 Dicembre, prima della riunione del Comitato, aveva diramato questa lettera caratteristica: FASCIO DEI LAVORATORI Catania, 31 dicembre 1893. Egregio Compagno, L'inaugurazione del Magazzino Cooperativo della Scuola Industriale è stata rimandata alla seconda domenica di gennaio.

Si tace di tutto il resto dello scritto, ch'erano gli appunti per un discorso sulla rivoluzione francese, e si afferma che il deputato di Catania professa ed approva il regicidio.

Imperciocchè è da sapere che se Catania aveva la prerogativa dell’insegnamento superiore e delle lauree, Palermo avea l’incarico dei concorsi alle cattedre di quella citt

No; intesi discorrere di donna Rosalia e del principe.... Sentii anche che l'amore del cavaliere per voi era affatto platonico e senza speranza.... Ciò mi bastò e ritornai a Catania. Se udiste quanto mi diceva il conte.... perchè dunque?... Ne mostrai talvolta gelosia?... Oh perchè.... vi vedevo sempre pensierosa; riflettei che potevate cangiare....

³⁵⁸ P. Catania, Theatro ove si rappresentano le miserie umane ecc. Palermo, 1665.

Parola Del Giorno

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