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Aggiornato: 14 maggio 2025
Ma bisogna accettar questo fatto economico, alla irrefragabile testimonianza di due diplomi dati di Napoli il 2 maggio duodecima Ind. , pei quali si fece severo divieto alla furtiva estrazione di vini per Sicilia, che si commettea in Sorrento e in Castellamare di Stabia, infingendosi imbarcarli per terre fedeli al re. Dal r. archivio di Napoli, reg. seg. 1283, A, fog. 85, a t. 88, a t.
Loria allora quasi fuggendo si difilò a Castellamare, per guadagnar l'avvantaggio del sole alle spalle, o per trarre in alto mare i nemici, e lasciarli disordinar nella caccia. Schiamazzando e urlando l'inseguon essi: volano innanzi a tutte le altre, due galee capitanate da Riccardo Riso e Arrigo Nizza, Siciliani rinneganti la patria, che chiamano Loria a gran voce, ed «Ove fuggi eroe? gridangli; ma invano t'involi, invano; vedi, i tuoi ceppi son qui!»; e mostrangli le catene. E muti i nostri a vogare. A quattro leghe restano; rivoltan le prore; l'ammiraglio in un battello scorreva a rincorarli: «Mirateli, scompigliati da sè stessi; gente che non vide armi, o non vide mare giammai: gridan essi, e noi feriremo.» A linea di battaglia ordinò venti galee, serrate tra loro; fe' rassettare i remi, sgombrar le coverte; schierovvi i balestrieri; il rimanente delle navi pose a retroguardo, che non entrasser nella mischia senza un estremo bisogno. Allor si die' nelle trombe; levossi il grido «Aragona e Sicilia:» e piombò la nostra armata su i nemici, gi
La mattina di tal giorno era uscita a cavallo, e s'era avviata verso Castellamare. A un tratto udì lo scalpitìo di un altro cavallo, che correva dietro il suo; poi le parve udir mormorare il suo nome; si volse e riconobbe il bel giovane, che serviva di primo commesso al Weill-Myot.
Un'illuminazione a giorno, pria a Palazzo Reale, poi a Castellamare, ed in seguito ne' pubblici stabilimenti e nelle case di quanti impiegati borbonici si trovavano in Palermo e di quanti non poterono esimersi dall'ordine d'illuminare fermò i nostri mentre s'accingevano ad attraversare la piazza che divide Castellamare dalla Citt
Non restava ai cittadini che di espugnare il forte di Castellamare; e a questa impresa si accinsero animosi.
I Borbonici apprezzavano giustamente la posizione di Castellamare sia per la facilit
Ed eran rinchiusi nelle celle della tirannide le nostre eroine, che lasciammo nelle mani della polizia all'Albergo d'Italia. Rinchiuse nelle carceri più recondite dell'ergastolo di Castellamare esse morivano di quella morte lenta, lenta, che appassisce, appassisce sino ad inaridire e troncare l'esistenza più florida e più robusta. Esse furono prive del consorzio e divise ciascuna nella sua cella.
Il settario di Loiola, per quanta poca pratica avesse delle cose militari, avea capito che un assalto era stato dato dalla parte di terra al castello, e conoscendo quanta importanza avea lo stesso, come veicolo, e protezione delle comunicazioni tra la flotta ed il quartier generale, corse immediatamente dall'ammiraglio, per prevenirlo del pericolo, e sollecitarlo a non abbandonare Castellamare.
Cozzo e i suoi cinquanta assaltavano il forte di Castellamare la posizione più importante del nemico, perchè proteggeva la comunicazione della flotta col quartiere generale e lo assaltavano come i Genovesi nel 1746 i Bolognesi nel 49 e come i Bresciani assaltavano gli Austriaci dietro i loro baluardi col pugnale!....
Diploma dato di Cotrone a 17 agosto, agli uomini di Castrovillari, che facciano stretta guardia per catturare questi disertori dell'armata, ibid., fog. 159. Diploma dato di Cotrone a 17 agosto, agli uomini di Castellamare, per mandargli prigioni i marinai disertori, ibid., fog. 169, a t.
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