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Nei tre secoli che corsero dal 774 a questo 1073, la coltura cristiana universale, imbarbarita sotto ai barbari, ebbe un primo risorgimento incontrastabile da Carlomagno al principio del secolo nono; si fermò senza progredire, ed anzi di nuovo retrocedette sotto gli ultimi Carolingi, e tra le contese dei re, regoli e marchesi lor successori, dalla metá del secolo nono a tutto il decimo: e ripigliò poi un tal qual moto progressivo nella prima metá, uno certo e giá rapido in questa seconda metá del secolo undecimo a cui siam giunti.

I Carolingi s'erano innalzati, il dicemmo, come capi del palazzo, maggiordomi, pfalz-graf di que' re franchi oziosi che avean divise le conquiste di Clodoveo in vari regni, e lasciato dividere ogni regno da parecchi grandi duchi.

Intanto i Provenzali, dopo la caduta dei Carolingi, si sottrassero alla monarchia francese; elessero a Vienna a loro re nazionale il conte Bosone, e così venne fondato il regno di Provenza, il quale ebbe pure il nome di Borgogna Cisiuranica, siccome quello che comprendeva molte parti dell'antica Borgogna, la Provenza, il Delfinato, un tratto della Savoia, Nizza, il Lionese, la Bressa e parte di Friburgo.

Colla caduta dei Carolingi si erano determinate condizioni tali da produrre nuove invasioni barbariche: il papato vide in pericolo l'unit

Venuti di lo zelante Annone con due altri arcivescovi tedeschi, ei li ricevette a Lucca, presso alle sue alleate, le due grandi contesse; e forte di tal aiuto, e di quello dell'opinione italiana, e del grande accrescimento preso da venticinque anni dalla potenza papale, rinnovò ed oltrepassò l'esempio de' papi giudici de' re Carolingi.

E di queste libertá del secolo ottavo vedemmo durar parecchie poi, ma variamente; quella di Venezia crescendo, e diventando in breve incontrastata, assoluta, vera indipendenza; quella di Roma dubbiosa, contrastante, contrastata sotto alle potenze nominali dell'imperator greco, del patrizio Carlomagno, degli imperatori carolingi e dei successori, sotto alla potenza piú reale ma pur indeterminata dei papi; quelle delle cittá orientali donate al papa, poco diversamente; e quelle di Napoli, Amalfi ed altre cittá meridionali, or crescendo or ricadendo sotto ai principi longobardi di Benevento, a' saracini ed a' normanni; mentre pur venivansi aggiungendo le libertá crescenti di parecchie cittá toscane e lombarde, suddite franche e tedesche.

Non compatiamo mai i potenti, che mal usarono la potenza. E sopratutto poi, giustizia eguale per tutti. I tre duchi potentissimi fin da' longobardi, Friuli, Spoleto e Benevento, eran rimasti tali sotto a' Carolingi.

Poi, morto Carlomanno, Carlomagno facevasi eleggere a succedergli nella parte ch'era stata di lui; e i figli spogliati colla madre vedova rifuggirono a Desiderio. E rifuggivvi in quel torno Unaldo, un antico duca d'Aquitania spogliato da que' Carolingi.

Ed ora, quel nome di «consoli» cosí subitamente e universalmente preso, fu egli reminiscenza de' due antichi consoli romani, ovvero de' consoli o consiglieri piú numerosi che si trovano nelle cittá greche a' tempi longobardi o carolingi? A me pare degli uni e degli altri succedutisi, ma chi ne deciderá oramai?

La quale attribuita da quasi tutti all'incapacitá di Carlo il grosso, debbe forse attribuirsi anche piú alla tendenza naturale che aveano le diverse nazioni europee a ricostituire le loro nazionalitá, or riunite or divise ma sempre offese contro la natura delle schiatte e de' limiti, da tutti i Carolingi.