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Aggiornato: 10 giugno 2025


DON IGNAZIO. Eufranone carissimo, Dio vi dia ogni bene! EUFRANONE. Questa speranza ho in lui. DON IGNAZIO. Come state? EUFRANONE. Non posso star bene essendo cosí povero come sono. DON IGNAZIO. Servitivi della mia robba, ché è il maggior servigio che far mi possiate. Copritevi. EUFRANONE. È mio debito star cosí. DON IGNAZIO. Usate meco troppe cerimonie. EUFRANONE. Perché mi sète signore.

Il duca d'Eleda al conte Pier Luigi da Castiglione: Senato del Regno «Carissimo Pier Luigi, «Vi scrivo ancora sbalordito, ancora più di l

Orsú, vattene con queste tue novelle; e un'altra volta non aver ardire con queste tue trasformazioni venir in casa degli uomini da bene: per la prima volta ti sii perdonato. Noi ben sappiamo chi tu sei e a che proposito qui venuto; e se ben avea proposto nell'animo bastoneggiarti molto bene, la riverenza che porto alla sembianza del mio carissimo padre me lo vieta.

Nino era un carissimo amico: quante volte, con un prestito opportuno, non l'aveva levato da posizioni assai scabrose! queste erano azioni da non dimenticarsi mai.... Bisognava smettere.

Come! Ridete? disse Maria, mortificata. Perdonatemi, duchessa; ma se sapeste che buona notizia ho ricevuto da questa lettera! Voi? , io. Aspettate, e poi mi direte se non ho ragione di essere contento. Così dicendo, Giorgio, tolta una lettera dal suo portafoglio, cominciò a leggere di nuovo e ad alta voce: «Carissimo nipote, «Parto fra otto giorni e vado a Parigi.

|Sul «Cacciatore feroce» e sulla «Eleonora» di Goffredo Augusto Bürger| |Lettera semiseria di Grisostomo al suo figliuolo| Figliuolo carissimo, M'ha fatto maraviglia davvero che tu, convittore di un collegio, ti dessi a cercarmi con desiderio cosí vivo una traduzione italiana di due componimenti poetici del Bürger. Che posso io negare al figliuolo mio?

Ahi misera! un grande affanno ho sostenuto... E donde vieni tu cosí a cavallo? Noi non mettiamo sella che a mezzanotte. Lungo viaggio cavalcai a questa volta, fino dalla Boemia. Tardi ho preso il cammino, tardi: e voglio condurti meco. Ah Guglielmo! Entra prima qua dentro un istante. Su presto! Il vento fischia ne' roveti. Entra, vieni, cuor mio carissimo, a riscaldarti fra le mie braccia.

DON IGNAZIO. Non vedi? dove l'aria è piú tranquilla e tutto gioisce, ivi è la sua persona. SIMBOLO. Ah, ah, ah! Ecco don Flaminio, state in cervello. DON FLAMINIO. Oh, signor don Ignazio, voi siate il ben trovato! DON IGNAZIO. E voi il benvenuto, carissimo fratello! DON FLAMINIO. Poni mano a darmi una buona mancia, ché onoratissimamente me l'ho guadagnata.

E i tirolesi?... Ma che! Lo zio, più che lo zio, il suocero, più che il suocero, il padre del duca di Casalbara, non aveva paura dei tirolesi! Quando ne incontrava qualcuno, era lui il primo a fermarsi sorridente. Carissimo! e profondeva le strette di mano. L'altro, sebbene titubante, stava per battere la solita solfa, ma Cantasirena gli chiudeva la bocca.

L'articolo su Dante si sa che in Inghilterra fu accolto con grandissimo applauso, e pel suo merito intrinseco, e perché parla le lodi d'un poeta studiatissimo dagl'inglesi e ad essi carissimo. Si sa inoltre, o si sospetta con fondamento da chi ha l'occhio esercitato, che lo scrittore ne sia un uomo celebre, italiano per origine e per famiglia, e greco per nascita.

Parola Del Giorno

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