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Aggiornato: 4 giugno 2025
Invece, niente di simile: nei lunghi cameroni del fondaco era ricominciato il solito movimento, l'andirivieni, il vociare dei commessi e degli avventori, il caricare e lo scaricare affaccendato delle merci, il rimbombo e il rotolìo delle botti e dei barili... e persino la lampadina davanti alla Santa Casa brillava dondolante in fondo, nel buio.
Tardi e in mal punto davano alla gente del Gorini l'ordine dello assalto alla villa Barberina; erano le dieci del giorno ventidue di giugno: notava il Gorini con centosessanta uomini, (che tanti sommavano i suoi la più parte studenti lombardi) si poteva combattere non vincere; lo assicurarono andasse senza sospetto, altra gente sarebbe mossa a rincalzarlo: di ciò non dubitando il Gorini co' suoi si pose per calli dirotti, e segreti, onde trafelando giunsero alla distanza di cinquanta forse passi dalla Villa. Il Gorini ordina di abbassare le punte delle baionette, e primo si avventa. Perchè primo si avventa l'animoso, pure accennando con la mano ai compagni si tengano lontano? Egli quando per lo addietro presidiò cotesta villa erasi industriato praticarvi fornelli e mine caso mai l'avesse dovuta abbandonare, adesso nello accostarcisi notando, com'ella apparisse deserta dubitò i Francesi non usassero a danno suo, e dei suoi gli ammanniti eccidi: quanto a sè non gli premeva, dei compagni sì: saliva pertanto solo la scala esterna, che mena su la terrazza; quinci scese nel cortile; di lì penetrava nel piano terreno, dove riscontrò che i Francesi avevano omesso di caricare le mine; di tanto sicuro tornava sopra la terrazza per confortare i suoi ad occupare senz'altro indugio la villa, dacchè i Francesi da certe trincee condotte lì accosto durante la notte li bersagliassero a man salva; si appressano, e cominciano a salire a rilento per non mostrare, che lo facessero per voglia di schermirsi dietro ai muri, quando appena sette ne sono saliti ad un tratto la villa si converte in Mongibello, fuoco dalle cantine, fuoco dalle feritoie durante la notte praticate nei muri, fuoco finalmente prorompe dai piani superiori: come per virtù d'incantesimo ingombra in un'attimo la terrazza di Francesi; ristettero gli altri presi da stupore piuttostochè da spavento; incominciò una pugna terribile fra i nostri sette sopra la terrazza e lo universo sforzo dei Francesi, che nascosti nei penetrali della villa mano a mano sbucavano fuori. Non iscrivo jattanze, ma verit
Nicia è un imbecille, parente, discendente di Calandrino: Macchiavelli ha presente allo spirito i migliori tipi boccacceschi, qualche cosa dell'antica ed eterna gaiezza fiorentina gli scoppietta nell'anima. Il suo Nicia non è un uomo, ma una caricatura, che egli si diverte a caricare di ridicolo: lo fa ricco perchè possa essere frodato, dottore per farlo asino, marito per farlo cornuto, quasi impotente per farlo padre; ma accarezzando troppo questa figura del Nicia la mano gli si aggreva. Macchiavelli non è Boccaccio, il critico e il dialettico non sono in lui rattenuti dalla mano dell'artista. Nicia troppo imbecille arriva all'incoscienza e perde ogni interesse: egli, che non sapr
In queste parole di Gregorio, c’è indubbiamente un fondo di vero, abilmente usufruito dal polemista che ha saputo opportunamente caricare le tinte, ed ha descritto come uno stratagemma voluto, come una condotta premeditata ciò che era, più che altro, il portato della necessit
Il caricare buoi non è inoltre la cosa più facile, non avendo questa gente i basti necessarii e non essendo questi animali troppo addestrati a simile lavoro; quindi mentre si va preparando la carovana vedi un gruppo di buoi che tranquillamente se ne stanno col loro carico sul dorso ad aspettare il nuovo destino, un altro invece che se ne va per tutt'altra direzione che la giusta, buoi che non vogliono sentirsi il peso sul dorso e fanno ogni possibile per liberarsene, altri che fuggono trascinando le casse, altri che le calpestano coi piedi o a colpi di corna quasi a maledire l'incommodo: una vera confusione che farebbe ridere, se non si pensasse al tempo che costa, e alle conseguenze che possono avere simili maltrattamenti sulle provvigioni in cui molto si confida.
Invano io era salito sul tetto di una casa per poter scoprire qualche cosa invano avevo fatto caricare sullo stradale per lo stesso motivo. Molti morti e molti feriti erano il risultato delle nostre cariche sul centro, ed i nostri poveri giovani erano respinti, senza aver potuto scoprire il nemico che di dietro il terribile muro dalle feritoie li fulminava.
Intanto erano venuti i muli e i carri per caricare la roba, e passare al di l
E d’inverno, appunto, col piano della pavimentazione delle vie, le piogge correvan giù impetuose al mare, e le Quattro Cantoniere diventavano un lago, a traversare il quale, non bastando i passaggi tenuti dal Senato⁴³, chi non era un disgraziato, si lasciava caricare a spalla da uno dei tanti marangoni che per un grano a persona facevan da S. Cristoforo. ⁴³ Villabianca, Diario, in Bibl., v.
Alla testa de' suoi dragoni, col suo sciabolone alla mano, egli era stato visto caricare nel più folto di un gruppo straniero dove avea fatta strage di mercenarii.
Vien dato al battaglione dei Cacciatori di Marsala l'ordine di avanzarsi e di caricare il nemico. Lo strenuissimo Perla col volto raggiante, con piglio da infonder coraggio ad un morto si pone alla testa. Genovesi, Egiziani, Spagnoli, quelli delle altre legioni, tutti si raggranellano dietro di lui, tutti sono ansiosi di morire da forti o di veder rinculare il nemico. Molti non hanno più cariche molti sono sfiniti dalla stanchezza, molti non resistono più in mezzo a quella desolazione e vanno incontro a una palla tanto per finirla una volta con questo mondo codardo; avanti, gridano gli ufficiali, avanti ripetono i più animosi, avanti grida nel cuore l'amore dell'umanit
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