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Aggiornato: 13 luglio 2025
Lisa si risolvette a passare la sua manina inguantata sul dorso della bestiola, ma non con troppa buona voglia; Lombrichi invece chiamò a sè la podagrosa cagnetta, la tolse sulle sue ginocchia e le fece un mondo di carezze e di feste. La marchesa guardava con occhio tutto compiacenza gli atti del dottore. Lisa ne volle richiamare l'attenzione al povero Antonio.
Lo fissa con indicibile espressione d'interesse e di sorpresa, ed esclama: No, non m'inganno, è il mio Flavio ch'io piansi perduto, è lui che ritorna a me, che risponde finalmente alle lunghe chiamate del mio cuore. Oh, sii benedetto tu che mi riedi alla vita! E nell'impeto della passione che in un attimo le si era ridestata ardentissima, si china su quel volto e lo copre di baci e di carezze.
E seguitava ancora, stupidamente, come faceva prima con la cantatrice. E Rosa Catana, paziente, gli rendeva le piccole carezze, come a un bambino malaticcio e viziato; gli prendeva la testa e se la teneva contro la spalla; gli baciava li occhi gonfi e lacrimanti; gli palpava il cranio calvo; gli ravviava i capelli untuosi.
La sola vista della graziosa sua figlia, e le amorose cure e carezze di lei, sembravano galvanizzarlo, lo richiamavano in sè, e da essa sola egli accettava alcuno scarso alimento.
Dell'uom barbuto e nero il picciol fiore mitiga i sensi e le parole audaci: scendon spesse carezze e scendon baci che fan rovente il cuore. Quanti anni son passati, Anselmo? venti trent'anni che si viene insiem noi due a goder questo fresco? Se ti senti ancor padrone delle gambe tue, o che importano i venti ed i trent'anni? ognun si aggiusta colle forze sue.
A questi le carezze, a quelli le frustate chioccanti. Metteva di volata una cavalla bianca chiamata Forca, e un cavallone rosso, chiamato Rancio.
Non v'era rima; ma essa pigliava diletto a cantare, perchè le pareva di dire al mondo, che nulla le spiaceva d'essere al buio sulle sorti di suo marito: dal quale aveva sempre buscato più ceffate che carezze.
Oh la povera infanzia intirizzita di Gian-Paolo. Nè carezze, nè rabbuffi, una libert
Inghiotte il tenebror Preci e rancori d’anime, baci di labbra amanti, Sogni, delitti e lacrime, carezze deliranti D’avvelenati amor. Passan sospiri e brividi traverso al tenebror!...
E ti ho dato il balsamo arcano di tutta la mia anima di fanciulla. Tu l'hai bevuta nelle mie carezze. Nessuno conosce la mia anima come tu la conosci; e da allora non si è mutata più.... Bruno le prese le mani e le baciò dentro il palmo, a occhi chiusi. Come tu sai essere forte! egli osservò. Tu sai parlare: io non posso.... È vero! disse Nicla. Sei più fredda di me! rispose Bruno.
Parola Del Giorno
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