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Aggiornato: 13 ottobre 2025
Ma per Clelia erano un martirio; s'era fatta una legge di non farmene più rimprovero, ma io mi accorgeva ch'ella ne soffriva. Tu finirai per dimenticarmi, mi disse dopo alcuni giorni, piangendo. Le risposi con mille carezze, con mille giuramenti; io mi sentiva così innocente dei suoi rimproveri, che doveva far forza a me stesso per non lasciarmi vincere dal dispetto.
E adesso, vira di bordo! gli gridò il Tanaglino, accompagnando l'ordine con un colpo d'aiuto, che al Maso fece tornare in memoria le carezze di mastro Bernardo.
Ho sposato un bel giovane, che diceva di adorarmi e me lo dimostrava con un delirio di carezze senza nome, che mi facevano vedere il paradiso in terra. I miei parenti si opposero invano, mostrandomi i pericoli del mio divisamento. Non volli udir ragioni. Io sentivo che senza Antonio sarei morta. Minacciai di fuggire con lui e non credettero alla mia minaccia.
Per un paio d'anni le cose andarono proprio bene: Serena cantava sempre come un'allodola, ed ora era la casa di Peppe ch'era pulita come un soldo, e quella del curatolo che non si sarebbe riconosciuta più: sì che il babbo e la mamma, quando andava da loro la domenica, se la mangiavan dalle carezze la figliuola, e piagnucolavano, dicendo che avevano perduto il loro braccio destro.
"Un giorno io era rimasto assente di casa più dell'usato; al mio ritorno Clelia mi venne incontro alquanto imbronciata. Le prodigai mille carezze e il suo malumore fu ben presto dissipato; ma rimase nel suo volto come una impronta indefinibile di mestizia e di sbigottimento, e un abbandono soavissimo nelle sue membra.
Gal-di-fuoco, dopo aver brindato alla mia salute, si accostò alla sposa, le porse il braccio e con mille carezze la trasse fuori della sala. Al partire degli sposi, il signor De-Tonnalli levò gli occhi al pendolo e disse: «Fanno le dieci alle dieci e quaranta minuti converr
A poco a poco vennero le confidenze, i racconti, le storie. Quante domande, quanto desiderio di espansione dopo sì lunga separazione, così grandi avvenimenti, così atroci dolori! Quante carezze, quanti dialoghi, che gli stranieri avevano troncati, e che la patria vendicata rendeva sacri e soavi nella intimit
Quando uno dei suoi cani morì, con la testa adagiata sui ginocchi di lui, guardandolo con i miti occhi appannati; quando egli vide irrigidite le elastiche forme, quando sentì freddo e inerte il corpo prima vibrante sotto le carezze, quando ebbe compreso il mistero della morte, il pianto, un muto e lungo pianto spetrò i suoi occhi.
Io voglio saperlo, per gioirne; e del dolore far delizia pei sensi, urlo d’amore per l’anima, corona per l’orgoglio. Passa una coppia, ove non è la luna. Risa sommesse. Aneliti. Carezze senza piet
Altre volte si gettava nelle mie braccia, e stringeva nelle sue mani la mia testa colmandola di carezze.
Parola Del Giorno
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