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Aggiornato: 9 giugno 2025


pel viceregno del Caracciolo mutavan le cose, poichè con lui, abolitore della Inquisizione, le scene di sangue in tutte le forme legali proseguirono come prima: e se mancarono nel 1784, mancarono anche negli anni posteriori alla sua partenza ed erano mancate anche prima.

Vicerè il Marchese Caracciolo, un real dispaccio del 15 febbraio 1783 aboliva l’intervento senatorio alla solenne proclamazione della Bolla; ma un dispaccio posteriore lo ripristinava. ¹²⁶ Provviste del Senato, a. 1783-84. p. 429.

Senza confronti, come funzione religiosa, era la processione del Corpus Domini ai primi di giugno. Celebravasi di mattina, e si bruciava dal sole; un rescritto del Caracciolo la volle nelle ore pomeridiane , e così fu fatto. Quanti soldati erano in Palermo, tutti in ordine di parata, stavano sotto le armi lungo le vie che il Divinissimo dovea percorrere. Dalla chiesa della Magione, dell’Ordine teutonico, alla Cattedrale, la soldatesca in doppia fila teneva in riga dietro di la folla nella via Porta di Termini, alla Fieravecchia, ai Cintorinai, alla Loggia, alla Bocceria, nel Cassaro, nella Strada Nuova. La cavalleria concorreva al buon ufficio di custodia, di ordine e di omaggio: ed avea appoggio nelle compagnie dei dragoni e dei granatieri. Il Generale, splendente di galloni e di armi, comandava tutti. Ov’era un balcone od una finestra, pendeva un arazzo, un drappo, un tappeto, un ornamento qualsiasi, e dietro o sopra erano donne ed uomini, attratti al consueto, immenso spettacolo, erano devoti o curiosi inginocchiati allo appressarsi dell’Ostia santa portata dal maggior dignitario del Duomo. La grande solennit

⁸⁴ Bando, e comandamento d’ordine dell’Ecc.mo Signor D. Domenico Caracciolo, Marchese di Villamajna ecc. a petizione ed istanza della Deputazione eretta da S. M. (Dio guardi) nell’anno 1739 per il mantenimento, e limpidezza delle strade di questa citt

Poco dopo dei registri del S. Uffizio, sotto il medesimo Caracciolo, seguì l’arsione di due trattati del celebre giureconsulto messinese Pietro De Gregorio, solo per certi paragrafi contro la regalia ed a favore della potest

Dai tempi del Caracciolo in poi, nell’annuale Notiziario di Corte scriveva di geografia e di storia naturale, di tasse e di traffichi, di derrate e di commerci, di monumenti e di artisti dell’Isola. Nessuno prima, nessuno dopo di lui seppe meglio adombrare il perfetto modello di una storia civile.

Nella processione dei cerei il 15 Agosto 1782, a cagione d’una lite insorta tra due maestranze, un maestro dei gallinai venne ucciso; lo spettacolo religioso, funestato. Il Caracciolo non cercò di meglio: e senz’altro decretò l’abolizione dello spadino per gli artigiani e la graduale soppressione ora di uno, ora di un altro collegio di arti e mestieri.

Il Marchese Caracciolo diede, come abbiam veduto, un colpo mortale alle Maestranze, che ne formavano la parte attiva: quindi dal 1783 in poi, ridotto il loro numero, ridotti si vedevano anche i loro cilii²¹. ²¹ Vedi v. I, p. 128.

Caracciolo, benchè sicuro del fatto suo, non senza inquietudine aspettava le sovrane risoluzioni: e col suo indispensabile occhialino, da uno dei grandi balconi del palazzo non si stancava di lanciare sguardi di fuoco sui passanti nella Piazza, napolitanescamente mormorando parole di sprezzo contro questi incoscienti del progresso filosofico d’oltralpe, indegni de’ tempi.

Passò alla fine all’assoluzione pubblica, che a quelli concesse in ampia forma, giusta il rito di Santa Chiesa, con che prese termine il tetro, triste spettacolo»²⁵¹. ²⁵¹ Diario ined., a. 1785, p. 286. E pensare che era Vicerè D. Domenico Caracciolo.

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